Vitalbe

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All’inizio della primavera c’è già una vasta gamma di vegetali pronti per finire sulle nostre tavole e per i più esperti il momento per preparazioni fitoterapiche con i giovani germogli. La raccolta di alcune erbe spontanee volge al termine, ricordiamo in particolar modo quelle della famiglia delle asteraceae e brassicaceae. Per chi è desideroso di imparare basta osservare quelle sorprendenti spennellate di giallo che ricoprono le nostre campagne e incolti: sono i fiori originati da quelle piante che vengono raccolte nel periodo che intercorre tra settembre e aprile.. Quindi tarassaco, senape selvatica, radicchio stellato e per i miei corregionali marchigiani da non dimenticare grugni, caccialepri, consigli ecc..Piante che hanno esaurito il loro sistema vegetativo e quindi non posseggono più alcuna proprietà nutrizionale e balsamica. Salutiamo le erbe spontanee che hanno arricchito le nostre tavole invernali e largo a quelle nuove. E’ il ciclo della vita! Adesso è il momento migliore per la raccolta degli asparagi, della pimpinella, della boragine selvatica, dell’ortica e… delle vitalbe.




La povera vitalba quasi più nessuno la usa in cucina ma che buona la frittatona fatta con i suoi germogli! Nel mio territorio la chiamiamo “ceche”. Il nome scientifico è climatis vitalba e appartiene alla famiglia delle ranunculaceae. E’ una pianta rampicante i cui fusti possono raggiungere anche notevoli altezze, il tronco ha la corteccia grigiastra, le foglie sono opposte di forma ovoidale con dentatura ai margini, i fiori sono bianchi tendenti al verde chiaro, i frutti sono acheni riconoscibili per via di una peluria biancastra che il vento (anche un soffio d’alito) disperde nell’ambiente. Ciò rende la vitalba una pianta molto infestante, spesso è responsabile della morte degli alberi su cui si aggroviglia. La si trova dappertutto: nei boschi, siepi, incolti… basta che si possa arrampicare! E’ una pianta molto velenosa per la presenza di alcaloidi, pertanto si consumano solo i giovani germogli: le “ceche” appunto! Raccoglierle pertanto entro la fine di maggio e non oltre. In ambito erboristico in passato si utilizzava questa pianta per il trattamento della gotta, per la cura locale dell’emicrania facendo macerare la vitalba con alcool. Essendo una pianta velenosa non ha impiego nella moderna fitoterapia, ma viene utilizzata in cucina e io vi propongo alcune ricette tipiche della mia regione. La tradizione marchigiana rende onore alla vitalba dedicandole alcune sagre. Ne menziono una cui ho partecipato. Si svolge il 3 giugno in un suggestivo paesino del pesarese:Torricella di Fossombrone E’ la festa della vitalba! Alla bellezza del paesaggio e del piccolo borgo medievale si associano degustazioni tipiche del nostro patrimonio enogastronomico e inutile dirlo preparati culinari a base di vitalbe.

Le “ceche” si possono utilizzare come gli asparagi, quindi come frittate, ripieno di torte salate, come contorno da associare ai pecorini marchigiani e chi non conosce il”pecorino di Fossa” e quello “Valmetauro”? Un prodotto tipico è la vitalba sott’olio che si conserva per l’inverno mantenendo in tal modo l’inconfondibile aroma e sapore.



“Ceche” sott’olio
germogli di vitalbe
1 bicchiere di aceto bianco
2 bicchieri di olio extravergine
aglio
prezzemolo
sale e pepe

Lavare e asciugare le “ceche” che verranno unite all’olio, a un pizzico di sale e all’aceto che nel frattempo in un pentolino avranno preso bollore. Non superare i 3, 4 minuti di cottura perchè i germogli sono molto teneri e si disfano con facilità. Dopo avere accuratamente sterilizzato i vasetti porvi le vitalbe ben sgocciolate insieme all’aglio, prezzemolo, un’ altro pizzico di sale e pepe in grani. Qualcuno aggiunge anche le acciughe.

Per le conserve fatte in casa la prudenza non è mai troppa in merito all’insidia che deriva dal botulino, pertanto io consiglio di sterilizzare nuovamente i vasetti ben chiusi contenenti i germogli per 30, 40 minuti. Riporli in un luogo buio e usare almeno dopo qualche mese. Vale però la pena mangiarli in inverno, in primavera e in estate abbiamo tante erbe di campo da consumare fresche!



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