L’Avocado, frutto tropicale ricco di sostanze antiossidanti, potrebbe essere un ottimo alleato nella lotta contro l’insorgenza di patologie cardiovascolari. Questi i risultati di uno studio realizzato presso la Pennsylvania State University e coordinato dal dottor Li Wang e dalla dottoressa Penny Kris-Etherton.
Gli studiosi americani hanno testato gli effetti di una particolare varietà di avocado sui livelli di colesterolo di un gruppo di persone sovrappeso oppure obese. La varietà in questione viene chiamata “Hass” dal nome del postino di Los Angeles che, poco meno di un secolo fa, acquistò dei semi provenienti dal Guatemala, creò una piccola piantagione e brevettò il frutto.
Per raccogliere dati da analizzare, i ricercatori hanno suddiviso i soggetti testati in due gruppi: il primo ha consumato quotidianamente un avocado Hass, mentre il secondo ha seguito una dieta a basso contenuto di grassi, senza però mangiare il frutto.
Gli studiosi hanno così potuto stabilire che entrambi i regimi alimentari diminuivano i livelli di colesterolo LDL (quello detto “cattivo”), ma che solo negli individui che avevano consumato il frutto si registrava una sensibile riduzione del numero di particelle di lipoproteine (LDL-P), con una conseguente diminuzione dei fattori di rischio cardiovascolare emergenti (i più rilevanti dei quali sono costituiti dagli indici di infiammazione nel sangue).
Come spiega la dottoressa Penny Kris-Etherton, a rappresentare un pericolo per la nostra salute cardiovascolare non è solo il livello di colesterolo LDL, ma anche il numero di particelle LDL, le loro dimensioni, la loro densità e i processi di ossidazione che interessano tali particelle.
Difatti, sottolinea la studiosa, la ricerca scientifica sta iniziando a dimostrare come siano proprio le particelle LDL piccole e dense ad avere più probabilità di essere ossidate e di formare placche nelle arterie rispetto alle particelle LDL più grandi.
“I nostri risultati”, conclude il dottor Li Wang, “mostrano che vi è qualcosa di unico nell’avocado, al di là del suo contenuto di acidi grassi monoinsaturi, che ha contribuito a diminuire in particolare le particelle LDL piccole e dense in soggetti sani adulti sovrappeso e obesi”.
di Giuseppe Iorio
