La crisi economica, le liste d’attesa della sanità pubblica sempre più lunghe, la possibilità di reperire sui siti web informazioni su qualsiasi patologia – che può degenerare in quella che gli esperti hanno definito “cybercondria“, ovvero la tendenza ossessiva a cercare informazioni su internet per scoprire l’origine dei propri sintomi – spingono sempre più italiani, quasi 4 su 10, a optare per la medicina “fai da te”.
A rilevare questo crescente fenomeno è un’indagine svolta dal Codacons su un campione di 2500 persone. Secondo i dati diffusi dall’associazione di difesa dei consumatori, il 35,8% dei soggetti intervistati bypassa l’intervento di un professionista e si affida esclusivamente a quanto legge online in caso di sintomi non gravi. La tendenza è diffusa particolarmente tra i più giovani, tanto da arrivare a sfiorare il 50% nella fascia di età compresa tra i 18 e i 30 anni.
Un aspetto che rende il quadro generale ancora più fosco è la diffusione di farmacie online che propongono rispetto della privacy, prezzi competitivi, consegne rapide e, soprattutto, la possibilità di evitare la prescrizione del medico. Quando si fanno acquisti su questi siti, infatti, all’autodiagnosi segue la terapia “fai da te” tramite medicinali che non offrono alcuna garanzia e che, anzi, procurano all’incauto paziente rischi per la propria salute, oltre che per le proprie tasche (non di rado, infatti, i farmaci acquistati con carta di credito non arrivano a destinazione).
A indicare invece nel medico di famiglia e nelle strutture ospedaliere i naturali punti di riferimenti quando si presentano problemi di salute non gravi è il 52,45% del campione, e la percentuale diventa ancora più alta (75,4%) tra le persone che hanno più di 61 anni. Poco più di una persona su dieci (11,6%), infine, preferisce consultare un farmacista quando si manifestano sintomi di qualche disturbo.
E che sia anche la crisi economica a incidere fortemente sulla scelta (o sulla necessità) di contrarre quanto più possibile le spese mediche risulta evidente da un altro dato emerso dall’indagine del Codacons: nel 2012, l’11% degli italiani ha rinunciato alle cure mediche, in particolare a quelle di tipo odontoiatrico, settore in cui si registra un 23% del campione che dichiara di aver dovuto fare a meno dell’intervento di un dentista.
Il dottor Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società italiana di medicina generale, sostiene che, sebbene la tendenza in atto sia difficile da invertire, “se ci si cura da soli partendo dal concetto di intensità del sintomo, si commette un grave errore”. Brignoli invita dunque i pazienti a rivolgersi sempre a un medico, dal momento che “qualunque sia l’entità del sintomo, è fondamentale la certezza della diagnosi“.
di Giuseppe Iorio