Mangiare riso con regolarità aiuta a seguire una dieta più equilibrata e garantisce un miglior stato di salute generale. Lo stabilisce una ricerca realizzata dagli studiosi del Baylor College of Medicine di Houston, nel Texas (Usa), diretta dalla dottoressa Theresa Nicklas e pubblicata sulle pagine della rivista “Food and Nutrition Sciences”.
La dottoressa Nicklas e i suoi colleghi hanno analizzato le informazioni raccolte, tra il 2005 e il 2010, dal National Health and Nutrition Examination Survey, informazioni relative a un campione di oltre 14 mila soggetti adulti, di entrambi i sessi.
L’esame della gran mole di dati ha evidenziato la presenza di una correlazione tra consumo di riso, dieta corretta e stato di salute migliore. In sostanza, le persone che consumavano le maggiori quantità del versatile cereale tendevano ad attenersi in maniera più scrupolosa alle principali raccomandazioni della Dietary Guidelines, una guida redatta dai nutrizionisti del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (l’equivalente del nostro Ministero della Salute) per promuovere un’alimentazione sana e consapevole, capace di contribuire a prevenire il rischio di malattie croniche e i problemi di sovrappeso e obesità.
Oltre a fare scelte dietetiche più coerenti con i consigli dei nutrizionisti, nei soggetti che mangiavano riso regolarmente sono anche stati rilevati livelli più alti di fibre, di vitamine, di potassio, di magnesio e di ferro, e una più spiccata tendenza a limitare l’apporto di grassi saturi e zuccheri aggiunti, a tutto vantaggio di frutta, verdura e legumi.
Da un punto di vista nutrizionale, il tipo di riso dotate delle caratteristiche più valide è quello integrale, nel quale i principi nutritivi sono presenti in quantità più consistenti.
Difatti, per ottenere il riso bianco, è necessario effettuare un processo di lavorazione sul chicco di riso integrale che, allo scopo di eliminarne gli strati più esterni, provoca anche la dispersione di una discreta quantità di sali minerali, fibre e vitamine (in particolare la B1 e la B3).
di Giuseppe Iorio