Modificare il contenuto dei sogni a nostro piacimento, poter controllare il proprio comportamento, gli eventi che caratterizzano gli scenari onirici, determinando così l’andamento della “trama” che li contraddistingue. Fino a ieri, credevamo che simili possibilità fossero contemplabili solo nei romanzi e nei film di fantascienza (come nel celebre “Inception” di Christopher Nolan). Ma, a quanto pare, è giunto il momento di iniziare a prendere in considerazione l’idea che i progressi scientifici e tecnologici rendano attuabili anche i fenomeni più sorprendenti, come, appunto, quello di consentirci di assumere il controllo dei nostri momenti onirici mediante l’induzione di sogni lucidi in laboratorio.
Anche se esistono delle tecniche che permettono di sperimentare l’esperienza dei sogni lucidi, prima che la dottoressa Ursula Voss e il suo team di neuroscienziati della Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte realizzassero le loro ricerche sul sonno, non era possibile intervenire dall’esterno sul cervello di un individuo per renderlo consapevole del fatto di stare sognando. Ora, invece, grazie allo studio portato a termine dai ricercatori tedeschi e pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience”, sappiamo che, applicando degli elettrodi sul cuoio capelluto di una persona e utilizzando una stimolazione elettrica a bassa intensità, si può influenzare il cervello in maniera tale che il sognatore si renda conto di sognare.
La dottoressa Voss e i suoi collaboratori hanno reclutato 27 volontari, tutti senza esperienze precedenti di sogni lucidi, facendoli addormentare e attendendo che arrivassero alla fase REM del sonno per poter applicare degli elettrodi in corrispondenza delle aree frontali e temporali del cervello. Gli elettrodi trasmettevano impulsi con frequenze di intensità variabile, comprese tra i 2 e i 100 Hertz. Monitorando il cervello dei soggetti, svegliandoli e chiedendo loro se stessero avendo un sogno lucido, i neuroscienziati hanno scoperto che la frequenza dei 40 Hertz incrementava l’attività cerebrale nelle aree frontali e temporali, favorendo l’induzione di un sogno lucido.
Per quanto concerne le implicazioni pratiche collegate allo studio, i ricercatori specificano che “il sogno lucido è un ottimo strumento per osservare ciò che accade nel cervello, soprattutto in casi di allucinazioni e più in generale nella ricerca psichiatrica”. Oltre alla possibilità di comprendere meglio i meccanismi alla base delle allucinazioni, le conclusioni degli studiosi tedeschi aprono delle nuove frontiere anche nel trattamento del disturbo post traumatico da stress, patologia psichica caratterizzata da incubi che fanno rivivere al paziente l’evento traumatico all’origine del disturbo.
Difatti, come spiega la dottoressa Voss, nei pazienti colpiti dal disturbo post traumatico da stress alle prese con incubi ricorrenti, l’induzione di sogni lucidi potrebbe determinare una graduale variazione del contenuto dei sogni, alleviando così il malessere derivante dalla cosiddetta “riesperienza del trauma”.
di Giuseppe Iorio