L’Aracnofobia (dal greco “arákhnê”, cioè “ragno”, e “phobos”, ossia “paura”) è il timore irrazionale e intenso nei confronti dei ragni. Costituisce una delle fobie più diffuse al mondo e, insieme all’avversione per i topi e per i serpenti, rappresenta la forma di paura verso gli animali che colpisce il maggior numero di persone.
Nelle forme più gravi, l’aracnofobia può diventare una vera e propria ossessione, giungendo a compromettere la qualità della vita dell’individuo che ne è affetto.
Aracnofobia: Cause
All’origine del disturbo possono esserci sia cause individuali che genetiche. In merito a queste ultime, alcuni studiosi sostengono che gli esseri umani (in particolare le donne, più vulnerabili rispetto a questo tipo di fobia) abbiano sviluppato, in epoche remote, una reazione di immediato allarme nei confronti degli aracnidi, il cui morso velenoso rappresentava una temibile fonte di pericolo.
Questo meccanismo difensivo sembrerebbe essere rimasto attivo fino ai nostri giorni, come dimostrano alcuni esperimenti condotti su bambini di tre anni, i quali sono decisamente più rapidi nel riconoscere un ragno rispetto a uno scarafaggio o a un fungo.
La struttura fisica del ragno, poi, con le quattro paia di zampe sottilissime e gli 8 occhi spalancati, è sempre stata, nel corso dei secoli, simbolo di inquietudine. Il ragno si nasconde negli angoli più remoti delle nostre case, tesse la sua tela con infinita meticolosità, si posiziona nella paziente attesa che un’incauta preda finisca tra le sue grinfie e, quando questo accade, paralizza la sventurata per nutrirsene mentre è ancora viva. Oltre alla paura per i ragni in sé, dunque, esiste questo innato terrore verso il suo modus operandi, che rappresenta il timore della morte, l’orribile prospettiva di poter restare intrappolati e immobili di fronte a un carnefice che si avvicina lentamente, senza concederci alcuna via di fuga.
Aracnofobia: Sintomi
L’aracnofobia può manifestarsi con sintomi la cui intensità varia a seconda della gravità del disturbo. In alcuni casi, a scatenare la sintomatologia può essere anche la semplice visione di una fotografia che ritrae un aracnide, mentre, in altri, è necessario che il soggetto si trovi di fronte a un ragno reale.
Le reazioni alla vista, diretta o indiretta, di un ragno vanno dalla repulsione alla presenza di forti attacchi di panico. I sintomi più comuni sono sudorazione, tachicardia, nausea, respirazione affannosa.
L’aracnofobico può manifestare il timore di trovarsi in un luogo infestato dai ragni, prospettiva che lo atterrisce e lo costringe a ispezionare minuziosamente la stanza nella quale si trova per sincerarsi che non ci sia alcun pericolo a otto zampe.
Aracnofobia: Terapia
Se si vuole superare la fobia dei ragni, occorre seguire un percorso psicoterapeutico capace di portare il soggetto ad approssimarsi progressivamente alla fonte della sua paura, per poi affrontarla e vincerla.
Da questo punto di vista, la terapia cognitivo-comportamentale offre la possibilità di guarire dall’aracnofobia tramite l’esposizione graduale allo stimolo ansiogeno. Inizialmente, il paziente risponde a domande relative alle origini del disturbo, poi si passa all’osservazione di immagini che ritraggono ragni, infine si arriva al contatto diretto con l’animale (in alcuni casi, al termine del percorso, i pazienti riescono persino a tenere tra le proprie mani una tarantola).
Nelle forme più lievi, è possibile sperimentare applicazioni per tablet e smartphone ideate proprio per vincere le fobie più diffuse. Tra le applicazioni più interessanti in tal senso, segnaliamo Phobia Free, un’app basata sulla desensibilizzazione sistematica di cui ci siamo occupati di recente qui.
di Giuseppe Iorio