Celiachia, un enzima apre prospettive per una futura terapia

Come molti di voi sapranno, per la celiachia, disturbo la cui incidenza risulta in costante aumento anno dopo anno, non esistono terapie che assicurino la guarigione dalla patologia. Per evitare i numerosi e debilitanti sintomi provocati dal morbo celiaco, coloro che ne sono affetti hanno una sola opzione: quella di evitare, con scrupolosa attenzione, tutti i cibi che contengono glutine.
Nonostante il mercato dei prodotti “gluten-free” (senza glutine) sia in forte ascesa da qualche anno a questa parte – con la conseguenza che oggi risulta più semplice rispetto al passato seguire un’alimentazione capace di mettere chi soffre di celiachia al riparo da ingestioni accidentali di alimenti contenenti glutine – il rischio di incappare in qualche sgradita sorpresa, per qualche inesattezza riportata sulle etichette dei prodotti industriali o perfino per essere venuti a contatto con cosmetici contenenti glutine, è sempre dietro l’angolo.


Stando così le cose, per i tanti pazienti colpiti da questa malattia sarà senz’altro piacevole leggere della scoperta di un enzima che sembra in grado di ridurre sensibilmente i sintomi in caso di ingestione accidentale di un alimento contenente glutine.
L’enzima in questione, denominato “ALV003“, è stato oggetto di una ricerca realizzata da un team di studiosi dell’Università di Tampere, in Finlandia, sotto la supervisione della dottoressa Marja-Leena Lahdeaho. Le conclusioni dello studio sono state pubblicate di recente sulle pagine di “Gastroenterology”, la rivista ufficiale dell’American Gastroenterological Association.
Gli scienziati finlandesi hanno coinvolto nella ricerca alcuni soggetti celiaci, dividendoli in due gruppi, che hanno seguito lo stesso regime alimentare: una dieta che comprendeva una dose molto bassa di glutine, ossia 2 mg al giorno, più o meno l’equivalente di mezza fetta di pane.
Tuttavia, mentre ai membri del primo gruppo è stato somministrato oralmente l’enzima ALV003, quelli del secondo gruppo hanno assunto un placebo. Questo enzima si è dimostrato piuttosto efficace, in quanto i pazienti che avevano assunto il placebo hanno lamentato sintomi gastrointestinali (nausea, dolori al ventre, crampi) molto più intensi rispetto a quelli avvertiti dai pazienti che avevano assunto l’enzima.


“L’esclusione totale del glutine”, commenta la dottoressa Lahdeaho, “è, nella migliore delle ipotesi, impegnativa. Il potenziale dell’enzima ALV003 per la malattia celiaca è significativo, dato che l’esposizione costante a bassi livelli di glutine può portare i pazienti a soffrire di un’infiammazione intestinale cronica, nonostante stiano seguendo una dieta rigorosamente priva di glutine”.
Saranno comunque necessari ulteriori approfondimenti sui meccanismi di funzionamento di questo enzima prima di poter giungere alla messa a punto di una terapia farmacologica efficace contro la celiachia, magari non tale da sostituire una dieta senza glutine, ma quanto meno in grado di affiancarsi alla stessa per alleviare la sintomatologia determinata dal disturbo.

di Giuseppe Iorio



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