Un buon sonno riposante è qualcosa di estremamente rilevante per il nostro benessere psicofisico. Se si dorme poco e male, infatti, si può incorrere in problemi di varia natura: il rischio non è solo quello di essere accompagnati per tutta la giornata da un senso persistente di stanchezza e da una ridotta lucidità, ma anche di sviluppare patologie cardiovascolari o di esporsi alla possibilità di essere colpiti da diabete, depressione e obesità, come dimostrato da un gran numero di ricerche.
A completare il quadro degli effetti collaterali connessi a un insufficiente numero di ore di sonno arriva una ricerca realizzata presso la Duke-Nus Graduate Medical School di Singapore, pubblicata sulla rivista “Sleep” e coordinata dalla dottoressa June Lo. La ricerca in questione stabilisce che dormire meno di sette ore al giorno accelera i processi di invecchiamento del cervello, aumentando il rischio di andare incontro a declino cognitivo e demenza.
Per verificare in che modo la qualità e la durata del sonno influenzasse la struttura del cervello e le capacità cognitive, gli studiosi hanno reclutato 66 individui di età pari o superiore ai 55 anni. Durante la fase sperimentale, durata due anni, i soggetti hanno compilato alcuni questionari tramite i quali i ricercatori hanno potuto raccogliere informazioni relative alla durata del loro sonno. Inoltre, i partecipanti sono stati monitorati tramite risonanza magnetica e test neuropsicologici.
Gli esperti hanno poi elaborato i dati raccolti e hanno stabilito che quanti dormivano per meno di 7 ore a notte mostravano un evidente declino delle performance cognitive, una maggiore atrofia cerebrale (ossia una diminuzione del volume del cervello) e un allargamento dei ventricoli cerebrali, cavità presenti nell’encefalo il cui allargamento rappresenta, appunto, un marker dell’invecchiamento cerebrale.
Secondo la dottoressa June Lo, i risultati emersi dallo studio indicano che, per fornire risposte ottimali ai test sulle prestazioni cognitive, le ore di sonno quotidiano devono essere almeno 7.
E se pensiamo che anche uno studio olandese realizzato lo scorso anno (ce ne siamo occupati qui) indicava nelle 7 ore al giorno di sonno il tempo minimo per diminuire il rischio di numerose patologie e aumentare la longevità, chi dorme meno rispetto a quanto appena indicato dovrebbe fare il possibile per incrementare la durata del proprio riposo notturno.
di Giuseppe Iorio