Alopecia Areata, una nuova terapia all’orizzonte

L’Alopecia Areata è una patologia che provoca la perdita dei capelli (che spesso cadono a chiazze, cioè solo in alcune zone del cuoio capelluto) e, in alcuni casi, anche delle ciglia, delle sopracciglia e di tutti i peli del corpo.
Questo disturbo colpisce circa il 2% della popolazione mondiale, senza differenze sostanziali relative a età, sesso e gruppo etnico di appartenenza, e può avere effetti molto negativi sul benessere psichico dei pazienti che, di fronte a una caduta repentina e massiccia di capelli e peli, vedendo mutare in peggio la propria immagine in modo improvviso, vanno spesso incontro, com’è facilmente intuibile, a forme di stress, ansia e depressione, accompagnate da seri problemi di autostima.
Le cause dell’alopecia areata sono da ricercarsi in un’alterazione del sistema immunitario, il quale produce anticorpi che vanno ad attaccare i follicoli, bloccandone l’attività.


I ricercatori della Columbia University hanno individuato, nel corso di uno studio realizzato quattro anni fa, il tipo di cellule immunitarie responsabili della patologia, cioè i linfociti T. Proprio partendo da questa scoperta, gli stessi studiosi hanno cercato una soluzione terapeutica capace di proteggere i follicoli dall’attacco immunitario e permettere la ricrescita di capelli e peli, concentrando la loro attenzione su una classe di farmaci nota come “inibitori JAK”.
Una prima fase della ricerca, pubblicata su “Nature Medicine”, è stata svolta su modello animale: gli scienziati hanno somministrato due farmaci già disponibili negli Stati Uniti, il ruxolitinib e il tofacitinib, a un gruppo di topi affetti da alopecia areata, constatando come l’azione dei due inibitori JAK determinasse la ricrescita dei peli nel giro di 12 settimane.
Successivamente, gli effetti dei due farmaci sopra menzionati sono stati testati su un piccolo gruppo di pazienti colpiti da questo disturbo. E, anche in questo caso, gli inibitori JAK si sono rivelati estremamente efficaci in quanto hanno consentito a tre dei soggetti che hanno partecipato alla sperimentazione di veder ricrescere tutti i capelli persi dopo 4-5 mesi di trattamento.


“Abbiamo appena iniziato a testare questo farmaco sui pazienti”, spiega il dottor Raphael Clynes, uno degli autori dello studio, ”ma se il trattamento continua a dare questi risultati e a mostrarsi sicuro, avrà un impatto incredibilmente positivo sulla vita delle persone affette da questa malattia”.
Il dottor Clynes e i suoi colleghi sottolineano che la sperimentazione deve necessariamente proseguire prima di poter stabilire che i due farmaci non abbiano effetti collaterali significativi e possano dunque costituire una soluzione terapeutica ottimale per tutti coloro che sono colpiti dall’alopecia areata.

di Giuseppe Iorio



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