Depressione stagionale, uno studio conferma: bassi livelli di serotonina

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Quando le giornate cominciano ad accorciarsi, le temperature calano, il sole cede il proscenio alla pioggia e alle nuvole, a molti capita di sentirsi più tristi, apatici, sonnolenti. È certamente vero che, come scriveva Pessoa contemplando il tramonto delle sere di fine estate a Lisbona, “l’autunno, prima di cominciare nelle cose, inizia dentro di noi”, tuttavia, se l’umore basso diventa persistente e influenza negativamente lo svolgimento delle nostre attività quotidiane, questa disposizione d’animo si potrebbe configurare come un vero e proprio disturbo. Si tratta della depressione stagionale, conosciuta anche come “SAD” (Seasonal Affective Disorder), disturbo dell’umore che va al di là della temporanea malinconia dovuta al cambio di stagione e che colpisce circa 2 milioni di persone nel solo Regno Unito e oltre 12 milioni nell’Europa del Nord, luoghi nei quali le condizioni climatiche favoriscono la diffusione della patologia.


Sebbene fosse già noto da tempo che le cause del disturbo andassero ricercate nella minore quantità di luce presente nei mesi autunnali e invernali, con conseguenti riflessi sui livelli di serotonina disponibili nell’organismo, sin qui non erano stati ancora effettuati test in vari periodi dell’anno su persone colpite dal disturbo per scoprire il meccanismo che modifica i livelli di serotonina a seconda del mutare delle stagioni.
A colmare questa lacuna, giunge dall’Università di Copenhagen uno studio che ha monitorato, sia in estate che in inverno, l’attività cerebrale di 11 persone affette dalla SAD e di 23 individui sani.

Sottoponendo tutti i partecipanti a una tomografia a emissione di positroni (PET), i ricercatori danesi hanno osservato che, diversamente da quanto accadeva ai soggetti del gruppo di controllo, nelle persone affette da depressione stagionale si potevano registrare delle significative differenze tra estate e inverno nei livelli del trasportatore della serotonina, ossia il SERT.
In pratica, nel corso dei mesi estivi, i soggetti colpiti dalla SAD avevano livelli di SERT più elevati, livelli che si abbassavano notevolmente nei mesi invernali. Come spiega la dottoressa Brenda Mc Mahon, principale autrice dello studio, “il SERT è deputato a ricondurre la serotonina all’interno dei neuroni, dove non è attiva, quindi maggiori sono i livelli di SERT, meno attiva è la serotonina”.
Dunque, il processo alla base del manifestarsi dei sintomi della depressione stagionale sembra finalmente chiaro: mentre la luce del sole mantiene naturalmente bassi i livelli di SERT, quando la quantità di luce solare diminuisce, i livelli di SERT aumentano e, di conseguenza, quelli della serotonina diminuiscono.


Infine, gli autori dello studio confermano la validità degli interventi terapeutici più comuni per il trattamento del disturbo (psicoterapia cognitivo-comportamentale e terapia della luce), ma suggeriscono anche di seguire una dieta equilibrata, limitare l’assunzione di caffeina, svolgere dell’attività fisica e trascorrere quanto più tempo possibile all’aria aperta, così da restare maggiormente esposti alla luce del sole.

di Giuseppe Iorio



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