Grazie a Yoga e Meditazione una migliore interazione mente-computer

Antigravity Yoga
Antigravity Yoga

L’influenza positiva dello Yoga e della Meditazione sulle varie funzioni cognitive è stata dimostrata da diversi studi scientifici. Ora, dagli Stati Uniti giunge una nuova evidenza dei benefici apportati da queste pratiche millenarie alle nostre prestazioni cognitive. Per la precisione, Yoga e Meditazione sembrano in grado di rendere più efficiente l’interazione tra mente e computer, con possibili risvolti positivi per tutte le persone affette paralisi e da patologie degenerative.
Lo studio in questione è stato realizzato presso l’Università del Minnesota, con sede a Minneapolis, ed è recentemente comparso sulle pagine della rivista “Technology”. I ricercatori americani hanno reclutato 36 persone, suddivise in due gruppi: il primo era composto da 12 soggetti che avevano praticato yoga o meditazione per almeno un anno, con sedute da un’ora due volte a settimana, mentre del secondo facevano parte 24 individui che non avevano esperienza in fatto di meditazione o yoga.


Tutti i partecipanti sono stati coinvolti in una serie di test nel corso dei quali hanno dovuto spostare a destra o a sinistra un cursore sullo schermo di un computer semplicemente immaginando i movimenti da compiere per eseguire il compito. Nel corso degli esperimenti, alcuni strumenti ad alta tecnologia non invasiva sono stati collegati al cuoio capelluto dei soggetti, così da poterne monitorare l’attività cerebrale e trasmetterla alla macchina.
I test hanno dimostrato come, per le persone del primo gruppo, il compito risultava ben più agevole rispetto a quelle del secondo gruppo: chi aveva esperienza con lo yoga o la meditazione, infatti, imparava a mettere in atto le istruzioni tre volte più velocemente e aveva probabilità doppie di portare a termine correttamente lo spostamento del cursore rispetto a quanti non avevano mai praticato queste discipline.


Al professor Bin He, docente di ingegneria biomedica e principale autore della ricerca, è venuta l’idea di verificare se lo yoga e la meditazione potessero effettivamente rendere la mente delle persone più performante in termini di interazione diretta con un elaboratore quando, nel corso di alcuni esperimenti realizzati anni addietro, ha notato come una delle partecipanti ai test fosse decisamente più capace di gestire l’interfaccia mente-computer rispetto agli altri. Quando ha provato a capire da dove derivasse la maggiore abilità della donna, il ricercatore ha scoperto che quest’ultima aveva praticato yoga a lungo.

Il professor He e i suoi collaboratori continueranno a portare avanti ricerche con lo scopo di aiutare le persone che, colpite da paralisi o da malattie come la SLA, conservano intatte le loro funzioni cerebrali ma, non potendo controllare i propri movimenti, hanno bisogno di interagire con una macchina per poter riacquistare la propria mobilità e la propria indipendenza.

di Giuseppe Iorio



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