Come tutti sanno, con l’avanzare dell’età è inevitabile che la memoria diventi meno performante, che si manifestino dei vuoti mnemonici tali da impedirci di ricordare parole o concetti ben noti. Per evitare questo tipo di problema, o almeno ridurne l’entità, bisogna tenere la mente allenata, ad esempio tramite la lettura o lo studio di una lingua straniera. Ma, oltre al “brain training”, un altro gustoso elemento utile a rallentare il processo di declino cognitivo potrebbe essere il cioccolato. Per essere più precisi, il merito andrebbe ascritto ai flavanoli presenti nel cacao, dei fitonutrienti che appartengono al gruppo dei flavonoidi.
La correlazione tra consumo di flavanoli e miglioramento delle performance mnemoniche arriva da uno studio realizzato dai ricercatori della Columbia University, con sede a New York, e pubblicato di recente sulla rivista “Nature Neuroscience”.
Gli esperti dell’ateneo americano sono partiti dalle conclusioni di una ricerca precedente, che aveva testato l’effetto dei flavanoli su dei topi, verificando come queste sostanze fossero in grado di potenziare le connessioni neurali dei roditori. In questo caso, gli studiosi hanno coinvolto nei test un gruppo di 37 volontari di età compresa tra i 50 e i 37 anni, suddivisi in due gruppi. I partecipanti hanno seguito la stessa dieta per tre mesi, eccezion fatta per una bevanda, che per il primo gruppo era ad alta concentrazione di flavanoli, mentre per il secondo era a bassa concentrazione.
Alla fine del periodo di osservazione, i partecipanti sono stati sottoposti a test della memoria e imaging cerebrale, per valutare le prestazioni della memoria e per monitorare cosa accadeva nel cervello dei soggetti impegnati a rispondere alle domande. Coloro che avevano assunto la bevanda ad alta concentrazione di flavanoli ottenevano, rispetto al gruppo di controllo, punteggi più alti nei test e facevano registrare un maggior afflusso di sangue nell’area del cosiddetto “giro dentato”, parte dell’ippocampo deputata a rigenerare i neuroni, dove gli scienziati ritengono inizi il processo di declino della memoria.
“Se uno dei partecipanti aveva la memoria di un tipico 60enne all’inizio dello studio, dopo tre mesi di assunzione di flavanoli quella stessa persona mostrava una memoria rilevabile in una persona di 30-40 anni”, afferma il professor Scott A. Small, docente di neurologia presso la Columbia University e principale autore dello studio.
Va però precisato che le conclusioni di questo studio non vanno prese come un “via libera” all’abuso di cioccolato per diventare dei novelli Pico Della Mirandola. Infatti, oltre alla necessità di ulteriori verifiche su campioni di popolazione più ampi, bisogna sottolineare che sarebbe impossibile ottenere le stesse quantità di flavanoli somministrate ai partecipanti alla ricerca esclusivamente dal consumo di cioccolato. L’importanza dello studio risiede nell’aver dimostrato che un intervento non farmacologico, ossia una variazione nella dieta, può influenzare in modo positivo i problemi di memoria dovuti all’avanzare dell’età. Quindi, a partire dalla ricerca realizzata dagli esperti della Columbia University, potrebbe essere disponibile entro un po’ di tempo qualche integratore alimentare particolarmente indicato per coloro che iniziano a ravvisare problemi nel richiamare alla mente eventi, date, titoli dei film visti o dei libri letti.
Ciò non toglie che, se assunto senza eccessi, il cioccolato fondente con una elevata percentuale di cacao possa apportare qualche beneficio anche alle nostre facoltà mnemoniche.
di Giuseppe Iorio