Spesso presente in pazienti anziani o in soggetti affetti da obesità, la Diverticolite è una patologia che interessa prevalentemente il colon e che si definisce come infiammazione delle formazioni sacciformi chiamate “diverticoli”.
Legata ad una sintomatologia spesso invalidante, l’incidenza di questa patologia è in costante aumento negli ultimi anni, molto probabilmente a causa di un’alimentazione errata e di scorrette abitudini di vita. Chi soffre di questa malattia può incorrere in nausea, dolori addominali, vomito, diarrea e febbre. Nei casi più gravi, soprattutto quando si rischia una perforazione intestinale, diventa necessario un intervento chirurgico.
Prima di giungere alle estreme conseguenze, è sempre possibile correre ai ripari attraverso un’alleata d’eccezione: la dieta.
Un’alimentazione ben strutturata, difatti, può aiutarci a convivere nel migliore dei modi con la maggior parte dei disturbi dell’apparato gastro-intestinale. Nel caso della diverticolite, occorrerà in primo luogo regolare la motilità intestinale, agendo, tramite la giusta dieta, sulla consistenza delle feci.
Per ottenere questo effetto, bisogna anzitutto aumentare l’apporto di fibre, sostanze che, contribuendo all’ottimizzazione del transito intestinale, consentono un più rapido svuotamento del colon e, di conseguenza, non permettono alle feci di imputridire lungo le pareti del nostro intestino.
Tra le fibre utili in caso di diverticolite, hanno un ruolo di privilegio quelle insolubili che, assorbendo grandi quantità di acqua e rendendo le feci più morbide e voluminose, migliorano il funzionamento dell’intestino. I cibi ricchi di fibre insolubili sono soprattutto i cereali integrali, alcuni vegetali (verdure a foglia verde), semi di lino e frutta secca. Grandi benefici derivano anche dall’assunzione di cibi ad alto contenuto di fibra solubile come avena, crusca, legumi, carote, cipolle, patate e frutta fresca (prevalentemente pere, mele, susine, agrumi, pesche e prugne). Inserire nella propria dieta il giusto quantitativo di fibre solubili e insolubili non soltanto garantisce il corretto funzionamento della digestione, ma aiuta a prevenire patologie di una certa importanza come il cancro al colon e il diabete.
Anche i cibi più sani, in pazienti affetti da determinate patologie, possono tuttavia rivelarsi nocivi. In caso di diverticolite, ad esempio, si consiglia di evitare kiwi, cocomero, pomodori e tutti quegli alimenti contenenti piccoli semini che possono depositarsi nei diverticoli, accentuando in tal modo l’infiammazione. Occorrerebbe, inoltre, eliminare del tutto le spezie, il caffè, gli alcolici, il tè, il cioccolato e tutti gli alimenti a base di latte, fatta eccezione per lo yogurt.
Nelle fasi acute, sarebbe opportuno, inoltre, consumare verdura e frutta sotto forma di centrifugati ed evitare, per quanto è possibile, alimenti ad alto effetto meteorizzante, come acqua gassata, panna montata, gelato, melanzane e legumi.
Cosa dire, invece, di pesce e carne? Se il pesce è generalmente tollerato da chi soffre dei più svariati disturbi intestinali, la carne, invece, spesso può causare complicanze. Le statistiche dimostrano, infatti, che l’abuso di carne rossa è una delle cause della comparsa di diverticolite. Niente da eccepire, invece, sulle carni bianche che, in ogni caso, andrebbero consumate con moderazione.
Per favorire il transito intestinale, è necessario, infine, assumere almeno due litri di acqua al giorno e dedicarsi quotidianamente all’attività fisica. Lo sport, infatti, migliora la funzionalità del nostro intestino e, di conseguenza, favorisce il benessere totale del nostro corpo.
di Giuseppe Iorio