Junk Food, danneggia anche la memoria

I grassi trans sono decisamente dannosi per la salute, in quanto favoriscono la comparsa di obesità e di numerose malattie, come le patologie cardiovascolari e il cancro. Ma, a quanto pare, gli effetti negativi di questi grassi, contenuti nei prodotti industriali (snack, preparati per minestre, pop-corn in busta etc.) e nei cibi da fast food, si manifestano anche sulle capacità cognitive, in particolare sulle performance della memoria.

A stabilirlo è uno studio presentato nel corso del meeting annuale dell’American Heart Association, svoltosi a Chicago lo scorso Novembre. La ricerca, coordinata dalla professoressa Beatrice Golomb, è stata realizzata presso la University of California di San Diego e ha coinvolto 1018 persone (694 uomini e 324 donne).


I partecipanti sono stati sottoposti a un test mnemonico che consisteva nel mostrare loro 104 carte contenenti una determinata parola. Per ogni parola visionata, i soggetti dovevano stabilire se la stessa fosse già comparsa oppure fosse nuova.
Successivamente, i soggetti hanno compilato un questionario relativo alle proprie abitudini dietetiche, così da poter stabilire quale fosse il consumo giornaliero di acidi trans di ciascun partecipante.

Esaminando i risultati dei test e incrociandoli con i dati ricavati dai questionari, gli esperti americani hanno stabilito che, per ogni grammo extra di apporto quotidiano di acidi trans, si registrava una riduzione di 0.76 parole correttamente classificate durante il test. Difatti, le persone la cui dieta era maggiormente ricca di questi grassi riconoscevano, mediamente, 11 parole in meno – cioè circa il 10% – rispetto a quelle ricordate dai soggetti che consumavano minori quantità di grassi trans.

I ricercatori sottolineano che l’influenza negativa sulle performance mnemoniche associata al consumo di grassi trans è trasversale, nel senso che prescinde da fattori potenzialmente significativi come il livello di scolarizzazione, la presenza di uno stato depressivo e l’età dei soggetti.
Gli autori dello studio sostengono che le cause di questi effetti deleteri sulla memoria siano da attribuire allo stress ossidativo che danneggia le connessioni tra le cellule cerebrali.


Le persone che consumano grassi trans”, commenta la professoressa Golomb, “pesano in media di più e sono più spesso cardiopatiche. Come dico sempre ai miei pazienti, questi grassi prolungano la shelf-life (vita del prodotto sullo scaffale) dei cibi, ma riducono la vita delle persone, senza fornire nulla di cui il nostro organismo ha bisogno”.
Le conclusioni di questo studio forniscono, dunque, un motivo in più per ridurre il consumo di junk-food e adottare un’alimentazione più sana, elemento che, insieme a una regolare attività fisica, rappresenta la chiave per il nostro benessere fisico e psichico.

di Giuseppe Iorio



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