L’Alitosi, ossia l’odore sgradevole dell’alito, è un disturbo che spesso determina forti difficoltà psicologiche, provocando consistente disagio nella gestione delle proprie relazioni sociali in coloro che devono fronteggiare il disturbo, tanto da spingere, in alcuni casi, il soggetto all’isolamento sociale. All’origine del problema possono esserci diverse cause, come alcune patologie dell’apparato digerente (gastrite, dispepsia, reflusso gastro-esofageo), una cattiva igiene orale e uno stile di vita scorretto. Fumare, bere poca acqua, eccedere nel consumo di alcol e assumere troppi zuccheri, infatti, rappresentano comportamenti che, a lungo andare, conducono allo spiacevole problema dell’alito cattivo.
Non si tratta, però, soltanto di iniziare ad assumere buone abitudini. Come in molti altri casi, anche in questo l’alimentazione può essere di aiuto. Una giusta dieta, che consista nel prediligere alcuni alimenti e nell’assumerne altri con moderazione, è di ausilio nella battaglia quotidiana contro l’alitosi. Prima di ogni altra cosa, è importante correggere alcune consuetudini alimentari. L’alito cattivo, infatti, è sovente causato da una variazione della salivazione che tende a divenire scarsa in determinate condizioni: insufficiente assunzione di liquidi, eccessive quantità di sale ed eccedenza di zuccheri semplici nella dieta di tutti i giorni. Bere molto e ridurre la quantità di sale e di zuccheri, dunque, possono essere i primi passi verso la sconfitta dell’alitosi.
Esistono, inoltre, alcuni alimenti che tendono a peggiorare la situazione. A chi lamenta un alito cattivo, viene generalmente consigliato di eliminare o di assumere con moderazione pesce e carni rosse conservate, aglio e cipolla. Imputati sono anche i latticini, alle cui proteine possono attecchire dei batteri, che vanno a determinare l’insorgenza del cattivo odore. Chi soffre di alitosi, pertanto, dovrebbe astenersi dal consumo di latte e formaggi. Sì, invece, a yogurt, kefir e latte acidulato, che contribuiscono al debellamento del fenomeno, favorendo la digestione.
Se all’origine dell’alitosi vi è una difficoltà nella digestione, dovranno essere consumati con parsimonia anche cibi eccessivamente grassi, fritture, alimenti speziati e intingoli vari. A favorire secchezza delle fauci e alitosi sono, inoltre, vino, caffè e tè che, pertanto, vanno consumati senza eccedere.
Il vademecum contro l’alitosi non comprende, naturalmente, soltanto dei divieti. Quel che possiamo fare per eliminare un alito sgradevole è, ad esempio, avere quanto più è possibile un’alimentazione sana, consumando tutti i giorni frutta e verdura cruda e almeno due litri di acqua. In questa maniera, infatti, contribuiremo a mantenere il cavo orale sempre perfettamente pulito. Possono essere di grande aiuto anche tisane digestive a base di finocchio, anice e cumino o preparati fitoterapici a base di menta piperita, salvia, eucalipto e rosmarino.
Un grande alleato nella lotta contro l’alitosi è il limone, le cui proprietà rinfrescanti e disinfettanti sono note a tutti. Un’ottima idea è quella di bere ogni mattino, appena svegli, una tazza di acqua tiepida e limone. Possono essere di ausilio, inoltre, anche dei colluttori a base di limone, mandarino o arancio amaro. Nell’alitosi causata da disturbi gastro-intestinali, è buona norma anche integrare la propria dieta con delle significative quantità di avocado. Il frutto esotico, dalle riconosciute proprietà diuretiche e ricchissimo in fibre, facilita la digestione, aiutandoci ad avere ogni giorno un alito gradevole.
Non occorre dimenticare, infine, che alla base di un efficace trattamento contro l’alitosi vi è una quotidiana igiene dentale. Per sconfiggere il problema una volta per tutte e, nello stesso tempo, prendersi cura della salute della nostra bocca, occorre lavarsi i denti almeno tre volte al giorno, ricordandosi di utilizzare sempre un filo interdentale e dei colluttori che non siano eccessivamente aggressivi.
Nel caso in cui, nonostante si seguano le giuste abitudini di vita e un’alimentazione adeguata, il fenomeno dell’alitosi persista, si consiglia di consultare il proprio medico per scoprire se all’origine del fenomeno vi è una particolare patologia.
di Giuseppe Iorio