Il Mal di testa è un disturbo molto diffuso ma altrettanto fastidioso. In diverse persone, il problema si manifesta in modo frequente, e non sempre se ne riesce a comprendere la causa scatenante, quindi l’unica soluzione diventa quella di una terapia sintomatica in grado di alleviare la sofferenza della persona che deve fronteggiare il disturbo.
Per questo motivo, la possibilità di eliminare o tamponare il problema alla radice sarebbe sicuramente un grosso passo avanti per centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Da questo punto di vista, si può provare a mettere in atto il suggerimento degli studiosi della Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland, ossia diminuire l’apporto quotidiano di sale. Difatti, secondo il dottor Lawrence Appel, primo autore dello studio, e i suoi colleghi, meno sale si consuma, più basso è il rischio di andare incontro a cefalea.
Per arrivare a questa conclusione, gli esperti americani hanno coinvolto 390 persone in un esperimento: i soggetti sono stati suddivisi in due gruppi che hanno seguito due diversi tipi di diete, ossia la dieta Dash (ricca di frutta, verdura e cibi a basso contenuto di grassi), ideale per chi ha la pressione alta, e la dieta occidentale (carne rossa, cibi fritti, cereali raffinati, dolciumi).
La fase sperimentale è stata ripartita in tre periodi da 30 giorni. Nel primo periodo, i soggetti, indipendentemente dall’alimentazione seguita, consumavano una quantità di sodio elevata, nel secondo, una quantità media e, nel terzo, una quantità bassa.
Alla fine di ciascuna delle tre fasi, i partecipanti sono stati chiamati a compilare dei questionari per verificare la frequenza e l’intensità dei mal di testa sperimentati. Incrociando i dati raccolti, gli studiosi hanno potuto stabilire che, nel periodo in cui i soggetti consumavano una quantità di sale elevata, ossia 8 grammi al giorno, i loro mal di testa erano superiori del 31% rispetto al periodo in cui l’apporto di sale era basso, cioè 4 grammi al giorno.
Questa consistente riduzione delle cefalee è risultata connessa soltanto alla quantità quotidiana di sale ingerito e non correlata alle due diverse tipologie di alimentazione seguite dai partecipanti allo studio. “Vale la pena notare”, commentano gli autori della ricerca, “che non è emersa alcuna relazione significativa tra il tipo di dieta e il mal di testa. Il che suggerisce come la relazione tra sodio e mal di testa sia mediata da un processo indipendente rispetto alla pressione del sangue”.
Ma, per quanto la pressione sanguigna non sembri essere implicata nel rapporto tra cefalea e consumo di sale, sicuramente ridurre l’apporto di sale contribuisce a far diminuire i valori della pressione. Dunque, se gli studiosi americani dovessero aver ragione, con meno sale a tavola sarebbe possibile prendere i proverbiali due piccioni con una fava.
di Giuseppe Iorio
io sono soggetto ai malditesta, o perchè conduco una vita stressata, un po. per il fumo di sigarette… però vi faccio una domanda: come fare a passare il mal di testa al posto delle solite bustine che fanno solo male alla salute?
Il problema del mal di testa è che non sempre si riesce a comprenderne la causa scatenante. Per far cessare il sintomo, occorre appunto stabilirne l’origine e intervenire su quest’ultima.
Provi a leggere questo articolo: http://www.megliosapere.info/2011/10/cefalea-week-end/, questo: http://www.megliosapere.info/2010/06/cefalea-consigli-evitare-mal-di-testa/ e questo: http://www.megliosapere.info/2009/04/rimedi-consigli-contro-emicrania/