L’ora del risveglio influenza le prestazioni sportive

La qualità delle performance sportive dipende da molti fattori. Tra questi ultimi, sembra essercene uno che pochi prenderebbero in considerazione, ma la cui rilevanza appare invece consistente: l’ora del risveglio. Infatti, se è vero che il funzionamento del nostro organismo è influenzato dall’orologio biologico, pare intuitivo che lo sia anche il nostro stato di forma, che oscilla nell’arco della giornata.


Un team di ricercatori dell’Università di Birmingham ha inteso studiare proprio il rapporto tra momento del risveglio e rendimento fisico negli atleti, così da verificare se e in che misura l’ora in cui si punta la sveglia condizioni le prestazioni sportive.
A tal fine, sono state reclutate 20 giocatrici inglesi di hockey su prato, per sottoporle ad alcuni test. Le atlete erano chiamate a correre venti metri in sei momenti della giornata, a partire dalle 7 del mattino per finire alle 22.
In media, i tempi più brevi sono stati ottenuti nel corso delle prove pomeridiane. Ma questo dato dice poco in relazione all’oggetto della ricerca. Quindi, gli studiosi hanno raccolto informazioni relative alle abitudini in fatto di riposo di ciascuna delle atlete, così da individuare tre gruppi: mattiniere, intermedie nottambule.

Una volta esaminati i risultati delle prove in relazione al gruppo di appartenenza, gli autori dello studio hanno notato che il primo gruppo, composto da atlete che andavano a letto presto e si svegliano di prima mattina, faceva registrare i tempi migliori a mezzogiorno circa, il secondo gruppo aveva un picco performativo nel pomeriggio e il terzo, composto da atlete solite andare a letto tardi per svegliarsi a mattina inoltrata, dava il meglio di sé dalle 20 in poi.
Peraltro, la differenza nelle prestazioni fornite nei vari momenti della giornata era tutt’altro che trascurabile: confrontando il miglior tempo registrato con quello peggiore, le performance delle atlete oscillavano fino al 26%. Un gap davvero enorme, se pensiamo, ad esempio, agli sprinter professionisti, che per pochissimi centesimi di secondo possono ritrovarsi fuori dal podio oppure con una medaglia d’oro al collo.


Gli atleti e i loro coach”, spiega il dottor Roland Brandstaetter, autore principale dello studio, “potrebbero trarre molti benefici dalla possibilità di conoscere quale sia il momento della giornata ideale per ottenere le migliori performance”.
Lo studioso britannico afferma che i risultati della ricerca dovrebbero fornire agli atleti indicazioni abbastanza utili per ottimizzare le proprie prestazioni. Dunque, chi è solito svegliarsi presto al mattino non dovrebbe cambiare le proprie abitudini se gareggia nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio. Viceversa, se la gara è prevista di sera, sarebbe opportuno che l’atleta modificasse l’ora in cui va a letto e quella in cui si risveglia.

Le conclusioni dello studio sono state pubblicate sulla rivista “Current Biology”.

di Giuseppe Iorio



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