Scoperta una molecola che riduce gli stati infiammatori

Seguire un regime alimentare ipocalorico o adottare una dieta chetogenica (povera di carboidrati e ricca di proteine e lipidi) sono scelte che consentono di contrastare gli stati infiammatori associati a varie patologie, come le malattie autoimmuni, il diabete di tipo 2 e il morbo di Alzheimer. Uno studio realizzato presso la School of Medicine di Yale, con sede a New Haven, Connecticut (USA), e pubblicata di recente sulla rivista Nature Medicine ha non solo confermato l’associazione tra riduzione dell’infiammazione da una parte e dieta e digiuno dall’altro, ma ha anche spiegato i meccanismi alla base di questa correlazione.


Il merito è da attribuire a una molecola chiamata ”beta-idrossibutirrato” (BHB), che viene appunto prodotta quando si osserva il digiuno, si segue una dieta chetogenica o una che prevede un ridotto apporto calorico oppure si pratica dell’attività fisica. Il BHB, infatti, va a inibire un gruppo di proteine coinvolte nei processi infiammatori, in particolare la proteina nota come “NLRP3”.

Gli autori dello studio hanno svolto dei test su modello animale. A un gruppo di topi colpiti da malattie infiammatorie è stata fatta seguire una dieta chetogenica, ad altri una dieta ipocalorica mentre a un terzo sottogruppo è stato somministrato del BHB. In tutti i roditori coinvolti nei test è stata registrata una riduzione dell’infiammazione, evenienza che ha confermato come, appunto, fosse proprio l’aumento del livello di beta-idrossibutirrato nel sangue a contrastare la risposta infiammatoria.


“I nostri risultati”, spiega il dottor Vishwa Deep Dixit, autore principale dello studio, “suggeriscono che i metaboliti endogeni come il BHB, che vengono prodotti durante diete a basso contenuto di carboidrati, durante il digiuno o durante l’attività fisica a elevata intensità, possono ridurre l’infiammosoma di NLRP3”.
Le conclusioni fornite da questo studio sono sicuramente rilevanti per quanto concerne il trattamento terapeutico di tutte quelle patologie connesse a un incremento della produzione di molecole che determinano il manifestarsi di stati infiammatori. Riuscendo a limitare le risposte del sistema immunitario, infatti, si possono contenere i danni provocati da svariate malattie, come testimoniato da diversi studi scientifici.

di Giuseppe Iorio



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