I risultati di una ricerca realizzata presso la Saarland University, in Germania, e pubblicata sulle pagine della rivista “Neurobiology of Learning and Memory”, potrebbero rivelarsi utili per gli studenti alle prese con informazioni da memorizzare in vista di un esame, o per chiunque abbia necessità di ricordare dei dati.
Gli autori di questo studio, infatti, hanno stabilito che schiacciare un pisolino della durata di 46-60 minuti dopo aver appreso delle informazioni aiuti in modo piuttosto sensibile la capacità di richiamarle alla memoria.
Per giungere a queste conclusioni, il dottor Alex Mecklinger e i suoi colleghi del Dipartimento di Neuropsicologia dell’ateneo tedesco hanno reclutato 41 studenti, coinvolgendoli in compiti di apprendimento. I partecipanti dovevano memorizzare una lista di 90 parole singole e una composta da 120 coppie di parole non correlate tra loro.
Queste coppie di parole, come ad esempio quella formata da “taxi” e da “latte”, sono state scelte in modo tale da eliminare la possibilità che i partecipanti potessero ricordare i termini grazie a un criterio di familiarità, così da poter verificare senza interferenze le prestazioni della memoria associativa.
Terminata la fase di apprendimento, tutti i soggetti hanno portato a termine un test di memoria che consisteva nel richiamare alla mente il maggior numero di parole e coppie di parole apprese.
Dopo il test, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi. Al primo gruppo è stato fatto visionare un dvd, mentre gli studenti compresi nel secondo gruppo sono stati invitati a fare un sonnellino. Nel frattempo, l’attività cerebrale dei dormienti è stata monitorata tramite elettroencefalogramma (EEG), con particolare attenzione all’attività dell’ippocampo, area cerebrale dotata di un ruolo chiave nel consolidamento della memoria.
In una terza fase, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un test mnemonico che richiedeva nuovamente di ricordare sia i singoli item che le parole inserite in coppie non correlate. Confrontando poi i punteggi dei test, gli autori dello studio hanno notato che, relativamente al recupero delle parole accoppiate, gli studenti che avevano dormito tra i 45 e i 60 minuti riuscivano a ricordarle con la stessa efficacia riscontrata nei test svolti immediatamente dopo l’apprendimento, ossia cinque volte meglio rispetto ai partecipanti che avevano invece visionato il film.
Gli autori dello studio sottolineano che il breve pisolino non ha invece influenzato positivamente la capacità di ricordare le parole singole, ma solo quella di ricordare gli item disposti in coppie. Evenienza che conferma, appunto, il ruolo determinante del sonno nel rafforzamento della memoria associativa, cioè la nostra capacità di ricordare informazioni connesse tra loro in modo casuale come, ad esempio, il nome di una persona incontrata e della via in cui tale incontro ha avuto luogo.
di Giuseppe Iorio