Facendo contare un consumo di oltre 2 miliardi e mezzo di tazze al giorno, il caffè risulta la bevanda più popolare al mondo, naturalmente dopo l’acqua. Numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato come il caffè sia dotato di effetti benefici sul nostro organismo: acuisce i riflessi, favorisce attenzione e concentrazione e rende la memoria più performante, con riflessi positivi anche per quanto concerne la prevenzione di malattie degenerative quali il morbo di Parkinson e quello di Alzheimer.
Naturalmente, l’esistenza di questi benefici non deve rappresentare un via libera agli eccessi. Difatti, troppa caffeina può invece nuocere alla salute, provocando problemi di natura gastro-intestinale (acidità di stomaco e reflusso gastro-esofageo), di tipo cardiovascolare (tachicardia, aritmie e ipertensione) e relativi alla sfera psichica (ansia, irritabilità, insonnia).
Quindi, per quanto concerne il giusto consumo di caffè, gli esperti invitano a non superare le tre tazzine di espresso al giorno, senza però dimenticare che la caffeina è contenuta anche nel tè, nella cola e nel cioccolato.
Un nuovo studio, realizzato presso la University of East London e pubblicato di recente sulla rivista “Archives of Internal Medicine”, ha evidenziato l’esistenza di una correlazione tra consumo moderato di caffè e prevenzione del rischio di sviluppare la depressione nelle donne.
Lo studio osservazionale ha preso in considerazione oltre 50 mila infermiere statunitensi che hanno partecipato al programma “Nurses’ Health Study”.
I soggetti sono stati monitorati per 10 anni, tra il 1996 e il 2006, attraverso la compilazione di questionari periodici relativi alle proprie abitudini alimentari e al proprio stato di salute. Gli autori dello studio hanno inserito nel campione solo le signore che non avevano fatto uso precedente di antidepressivi, così da eliminare dall’analisi i dati relativi alle donne che erano già incorse in passato in episodi depressivi.
Dunque, dai dati raccolti dal Nurses’ Health Study sono stati prese in considerazione soltanto le informazioni relative al consumo di bevande contenenti caffeina e alla manifestazione di sintomi depressivi. Incrociando i dati pertinenti, gli autori della ricerca sono giunti alla seguente conclusione: le donne che bevevano due o tre tazze di caffè al giorno facevano registrare un rischio di andare incontro a disturbi depressivi inferiore del 15% rispetto a quelle che ne consumavano al massimo una tazza a settimana.
Il rischio di depressione si riduceva ulteriormente per le donne che bevevano 4 tazze di caffè ogni giorno.
Quando, invece, è stata valutata l’incidenza del consumo di caffè decaffeinato sul rischio depressione, non sono emerse evidenze della presenza di associazione tra apporto di questa bevanda e minor rischio di sviluppare una forma di depressiva, il che indicherebbe come sia proprio la caffeina a determinare gli effetti protettivi nei confronti della depressione.
Uno studio i cui esiti possono apparire controversi e che necessita di ulteriori conferme, visto e considerato che la caffeina viene ritenuta un inibitore della serotonina, neurotrasmettitore la cui carenza è notoriamente connessa al manifestarsi di sintomi depressivi.
A tal proposito, gli stessi autori della ricerca mostrano molta cautela e, in attesa di ulteriori approfondimenti, tengono a sottolineare come il loro lavoro non possa “provare che la caffeina riduca il rischio di depressione, ma solo suggerire la possibilità che esista questo effetto protettivo”.