Dieta per la Gotta

La Gotta

Nota in passato con il nome di “malattia dei re” o anche di “malattia dei ricchi” perché spesso associata ad un’alimentazione sregolata e all’assunzione smoderata di alcol, la Gotta è una malattia del metabolismo il cui sintomo principale è una forma infiammatoria di artrite.
Così come nella maggior parte delle patologie più o meno gravi, anche nel caso della gotta un corretto stile di vita e un’adeguata alimentazione possono contribuire non solo alla prevenzione della malattia, ma anche alla guarigione o, nelle forme più gravi, ad un alleviamento dei sintomi.

La dieta, in particolar modo, ha un ruolo fondamentale nella profilassi e nella cura della gotta. Nonostante la diffusione di farmaci ben più efficaci rispetto a quelli disponibili in passato, infatti, il regime alimentare conserva la sua importanza. Il sovrappeso e, soprattutto, il fatto di condurre una vita sedentaria possono contribuire fortemente all’acutizzarsi delle manifestazioni della patologia.


Prima di scoprire quali sono gli alimenti raccomandati e quelli sconsigliati, occorre aggiungere che la gotta si accompagna all’iperuricemia, ovvero ad un innalzamento del livello di acido urico nel sangue. Ne consegue che, nella scelta degli alimenti da mettere in tavola, occorre evitare quelli ricchi di purine e, soprattutto, seguire una dieta povera, senza eccessi nel consumo di proteine.
Il primo passo, dunque, consiste nel ridurre le quantità di carne e di pesce. In particolar modo, a essere ricchi di purine sono sardine, sgombri, cozze, aringhe, fegato, anatra, estratti di carne, oca e rognone. Presentano quantità moderate di purine, invece, crostacei, i rimanenti tipi di carne (compresi i salumi), alcuni tipi di legumi (come lenticchie e fagioli), frutta secca, funghi e tutti gli alimenti integrali.

Eliminati o ridotti i cibi contenenti purine, la nuova dieta dovrà avere tra gli alimenti cardine le verdure (ad esclusione di cavolfiori e asparagi), uova, latte e derivati, frutta e cereali non integrali. Occorrerà, in sintesi, prediligere i carboidrati complessi ed evitare, per quanto è possibile, gli alimenti ricchi di grassi e proteine. I primi, infatti, contribuiscono all’eliminazione dell’acido urico; i secondi, all’opposto, favoriscono la ritenzione. Da limitare sono anche i frutti troppo zuccherini come banane, uva, fichi e cachi.

Il corretto stile alimentare utile nei casi di gotta prevede, inoltre, l’eliminazione tassativa delle bevande alcoliche e l’introduzione nella dieta di grandi quantitativi di acqua e tisane diuretiche. Una buona idratazione, infatti, favorirà l’espulsione dell’acido urico e impedirà la formazione di calcoli renali. Tra le bevande alcoliche, la più dannosa è certamente la birra, contenente un’elevata quantità di purine.


Eliminare gli alimenti dannosi dalla propria dieta non significa, tuttavia, condannarsi a pasti eccessivamente poveri o, ancor peggio, a dei digiuni. Una dieta troppo drastica, infatti, non farebbe altro che peggiorare la situazione. Sì, invece, ad un regime alimentare sano e il più possibile variegato.
Occorre ricordare, infine, che seguire una dieta povera di grassi significa fare attenzione anche al metodo di cottura. Chi soffre di gotta, dunque, dovrà bandire le fritture o, perlomeno, fare in modo che l’olio abbia una temperatura abbastanza alta, tale da non essere assorbito eccessivamente dagli alimenti.
In alternativa si può sempre optare per la cottura al vapore, con aggiunta di olio a crudo quando il piatto è già a tavola.
Per insaporire gli alimenti, si potranno utilizzare spezie, aromi e limone.

di Giuseppe Iorio



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