Creatività e disturbi psichici, esiste un comune denominatore genetico

Spesso, il genio va a braccetto con la follia. Sarebbe impresa improba elencare tutti gli artisti che ben rappresentano questo binomio, in cui coesistono una straordinaria capacità creativa e una particolare predisposizione ai disturbi mentali; basta sfogliare un qualsiasi testo di storia delle arti figurative, della letteratura, della musica per stilare un corposo novero di personalità emblematiche da questo punto di vista.


Di fatto, la relazione tra creatività e instabilità psichica, che potrebbe apparire accostamento arbitrario dovuto al diffondersi di luoghi comuni, non è priva di fondamenti scientifici.
Già alcuni anni fa, nel 2009, un team di ricercatori ungheresi della Semmelweis University di Budapest riuscì a scoprire quello che sembrerebbe essere il fil rouge tra genio e problemi psichici. Si tratta di una specifica variante genetica della Neuregulina-1, una proteina dotata di un ruolo essenziale nei processi cognitivi e associata sia a un estro creativo più sviluppato che a una più elevata incidenza della schizofrenia e del disturbo bipolare.

Di recente, come riportato dal Guardian, un gruppo di scienziati islandesi, coordinato dal dottor Kari Stefansson, neurologo e presidente della compagnia biofarmaceutica deCODE Genetics di Reykjavik, ha confermato che le persone impegnate in professioni creative, come pittori, scrittori, musicisti e danzatori, risultano maggiormente soggette al rischio di sviluppare disturbo bipolare o schizofrenia.
Gli esperti sono giunti a questa conclusione analizzando il genoma di un campione molto vasto di soggetti, ossia 86.000 cittadini islandesi. Gli studiosi hanno concentrato la loro attenzione proprio sulla variante genetica della Neuregulina-1, variante che raddoppia le probabilità di diventare schizofrenici e aumenta di oltre un terzo il rischio di manifestare il disturbo bipolare.

L’esame dei dati ha portato gli scienziati a concludere che gli individui impegnati in professioni in cui è necessario essere piuttosto creativi hanno il 17% in più di probabilità di presentare la variante genetica della Neuregulina-1 rispetto a coloro che svolgono lavori considerati meno dipendenti dall’inventiva.
Dato confermato, anzi reso ancor più evidente, dall’esame di un database relativo a 35.000 persone residenti in Norvegia e Svezia. In questo caso, la variante genetica risultava ancor più frequente (+25%) tra le persone il cui lavoro richiedeva particolari doti in fatto di creatività.


“Spesso, quando le persone creano qualcosa di nuovo”, commenta il dottor Stefansson, “finiscono per oscillare tra sanità mentale e follia. Credo che i risultati del nostro studio vadano a supportare il noto concetto del genio folle. La creatività è quella che ci ha dato artisti come Mozart, Bach e Van Gogh. Una qualità indispensabile per la nostra società, che però può comportare qualche rischio per le persone che la possiedono, e infatti l’1% della popolazione ne paga il prezzo”.

In definitiva, gli autori dello studio giungono alla conclusione che gli individui creativi possono manifestare una peculiare predisposizione genetica che, quando accompagnata da altri fattori biologici e ambientali, può portare allo sviluppo di una patologia mentale.

di Giuseppe Iorio



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