L’Indice di Massa Corporea, noto come IMC o BMI (body mass index), è un parametro usato per calcolare lo stato di forma di una persona, dal momento che consente di stabilire se è il soggetto sia normopeso, sovrappeso, obeso oppure sottopeso.
Per calcolarlo, occorre dividere il proprio peso, espresso in chilogrammi, per il quadrato della propria altezza, espressa in metri. Si tratta di un parametro utile anche per dare indicazioni sullo stato di salute generale di un individuo, dato che vi è correlazione tra IMC e rischio di mortalità provocata da problemi cardiovascolari, malattie renali e diabete.
Tuttavia, secondo gli studiosi della Oxford Brookes University, l’indice di massa corporea avrebbe dei limiti, in quanto non tiene conto della distribuzione del grasso nelle varie zone del corpo, in particolare nella zona addominale. Proprio qui, infatti, si deposita il grasso viscerale, importante fattore di rischio per quanto riguarda le patologie cardiovascolari.
Per comprendere come l’indice di massa corporea dica poco sull’effettivo stato di forma di una persona, possiamo pensare al fatto che, usando solo questo parametro, non è possibile operare alcuna distinzione tra uno sprinter olimpionico alto un metro e ottantacinque e avente un peso di 95 kg e un soggetto che ha stesso peso e stessa altezza dell’atleta ma che invece svolge vita sedentaria e ha una pancia prominente. Per entrambi i soggetti, infatti, l’indice di massa corporea risulta esattamente lo stesso.
Considerato quanto esplicitato sopra, la dottoressa Margaret Ashwell e i suoi colleghi dell’ateneo britannico hanno proposto, nel corso del Congresso Europeo sull’Obesità svoltosi di recente a Praga, un nuovo indicatore molto semplice da calcolare, ossia l’indice di forma corporea. In sostanza, questo indicatore consiste nel rapporto tra girovita e altezza.
Quando la misura del girovita non supera la metà della propria altezza, la quantità di grasso addominale non è tale da comportare rischi per la salute. Per intenderci, secondo questo parametro, una persona alta un metro e 80 centimetri dovrebbe avere un girovita non superiore ai 90 centimetri per essere classificata come fuori rischio.
I ricercatori britannici hanno monitorato 2917 persone di età non inferiore ai 16 anni, misurandone prima l’indice di massa corporea e poi l’indice di forma corporea. Confrontando i dati, gli esperti hanno verificato come, per un terzo circa delle persone il cui IMC era considerato normale, si poteva invece rilevare una quantità eccessiva di grasso addominale applicando come parametro il rapporto tra girovita e altezza.
“Questo studio”, commenta la dottoressa Ashwell, “non soltanto conferma le nostre precedenti evidenze relative alla superiorità del rapporto tra girovita e altezza rispetto all’indice di massa corporea come screening primario per il rischio di mortalità, ma dimostra anche le serie implicazioni derivanti da erronee valutazioni formulate in base al solo uso dell’IMC nelle indagini relative ai fattori di rischio cardiovascolare”.
La dottoressa Aswell e i suoi colleghi sperano che il loro indicatore possa presto sostituirsi al più noto IMC, o quanto meno affiancarlo, anche perché, come sottolineano, si tratta di un tipo di valutazione che può essere fatta immediatamente e senza difficoltà: per calcolare il rapporto tra girovita e altezza, infatti, basta un qualsiasi metro da sarto.
di Giuseppe Iorio