Nel pieno dell’estate, le ondate di calore sono un fenomeno ordinario. Ci sono anni in cui le visite degli anticicloni subtropicali africani (quelli più temibili perché caratterizzati da temperature molto elevate e umidità sostenuta, fattori che incrementano notevolmente l’indice di calore, ossia la temperatura percepita dal corpo umano) sono più rare e di breve durata. E poi ci sono estati in cui l’alta pressione di origine africana si estende sul nostro continente in modo oppressivo e senza concedere tregua, fino a configurare dei casi limite, come la famigerata e roventissima estate del 2003, nel corso della quale vi fu un’ondata di calore che durò una stagione intera: 4 mesi così estenuanti e torridi da provocare migliaia di decessi in più rispetto a quelli registrati mediamente nel corso dell’estate e attribuibili, almeno in parte, alle condizioni climatiche.
Eh sì, perché il caldo eccessivo non giova certo al nostro organismo, che si difende con i meccanismi fisiologici a sua disposizione, quindi tramite la sudorazione, che viene però ostacolata da un’umidità molto elevata, con conseguente rischio di crampi, colpi di calore e disidratazione.
E se i rischi connessi al caldo intenso non vanno sottovalutati da parte di nessuno, vi sono categorie particolarmente vulnerabili alle insidie, come gli anziani e i bambini. Nel caso di questi ultimi, la maggiore esposizione ai pericoli derivanti dalla canicola si spiega pensando alla loro capacità di termoregolazione meno sviluppata rispetto agli adulti, in quanto la superficie corporea che consente la traspirazione, nel caso di un bambino, è logicamente ridotta.
Proprio per evitare che le ondate di calore estive possano determinare seri rischi per i più piccini, gli esperti del noto Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno diffuso un decalogo che ogni genitore dovrebbe leggere e cercare di tenere a mente, così da non esporre i propri bimbi al pericolo dei colpo di calore.
Ecco i dieci punti elaborati dal team di esperti:
- Evitare di far uscire il bambino e di fargli praticare attività fisica o sportiva nelle ore più calde.
- Non esporlo mai al sole negli orari più a rischio, ossia dalle 11 alle 17.
- Aumentare la ventilazione dell’ambiente, eventualmente utilizzando un ventilatore. È possibile utilizzare anche il condizionatore, avendo cura di tenere una temperatura ambientale di 23-24 gradi e cercando di non passare continuamente da ambienti più caldi ad altri più freschi o viceversa.
- Far indossare al bambino indumenti leggeri, preferibilmente di lino o cotone, che permettano una maggiore traspirazione.
- Vestire il piccolo con colori chiari, che respingono i raggi solari.
- Esporre il bambino sempre con prudenza e solo dopo l’anno di vita al sole diretto. I raggi solari sono molto utili perché favoriscono la produzione di vitamina D, ma l’esposizione deve avvenire in maniera graduale.
- Non dimenticare di utilizzare sempre creme solari ad alta protezione. Un’esposizione non protetta può causare eritemi solari o ustioni, e creare danni irreversibili alla pelle.
- Bagnare spesso la testa e rinfrescare tutto il corpo con una doccia o con un bagno.
- Aumentare l’apporto idrico per reintegrare i liquidi persi tramite la sudorazione. In caso di caldo intenso possono essere utili anche le bevande che contengono sali minerali.
- Privilegiare una dieta più leggera e particolarmente ricca di frutta e verdura.
di Giuseppe Iorio