Cibo biologico, più gustoso perché moralmente più appagante

Il cibo biologico sembra dotato di un crescente appeal: sia in Europa che negli Stati Uniti, i dati delle vendite relative a questo tipo di prodotti fanno registrare incrementi crescenti di anno in anno.
A tal proposito, basti ricordare che, nell’Unione Europea, il costante aumento della domanda di alimenti bio ha determinato un notevole incremento del valore di questo settore del mercato, passato dai 10.2 miliardi di euro del 2004 ai 22.2 miliardi di euro del 2013.

Una recente ricerca realizzata da un team di studiosi della Dundee Business School, in Scozia, e pubblicata sulla rivista “Appetite” ha voluto verificare si esistesse una differenza tra gusto e gusto percepito relativamente agli alimenti biologici, quindi stabilire se, e in che modo, fattori psicologici potessero influenzare la percezione del sapore di questi prodotti.


Gli studiosi britannici, guidati dalla dottoressa Boyka Bratanova, hanno condotto dei test in otto nazioni europee, sottoponendo alle papille gustative dei soggetti inclusi nel campione diversi cibi bio, come biscotti, cioccolato e succo di mela.
In sostanza, per gli esperimenti, sono stati utilizzati gli stessi cibi, uguali in tutto salvo che per l’etichetta di “alimenti bio” che veniva apposta su parte dei cibi fatti assaggiare alle persone coinvolte nei test.

E, a quanto emerge dallo studio, in effetti i fattori psicologici condizionano in modo evidente anche la percezione del gusto. Difatti, pur in presenza di alimenti identici, i soggetti testati finivano sistematicamente per mostrare un gradimento molto più accentuato per i cibi cui era apposta l’etichetta rispetto a quelli privi di etichetta, quindi considerati di natura industriale.
Gli autori dello studio sostengono che a determinare questo surplus di gusto sia la soddisfazione morale provata dal consumatore che, consapevole di fare una scelta eticamente corretta, tende a trovare i propri acquisti molto più appetitosi e invitanti.
Secondo la dottoressa Bratanova e i suoi collaboratori, una volta che l’acquirente ha provato il cibo cosiddetto “etico”, la percezione di un gusto più stuzzicante agisce come meccanismo di ricompensa e lo spinge a continuare a comprare questo tipo di alimenti, a dispetto del loro prezzo, solitamente più elevato.


Chiamato a commentare i risultati dello studio appena descritto, Martin Sawyer, amministratore delegato della Soil Association, la principale organizzazione di certificazione delle produzioni biologiche del Regno Unito, sostiene che le persone comprino alimenti bio per varie ragioni, e non solo per via del gusto dei prodotti.
Un’affermazione confermata dai vari sondaggi effettuati sul tema, sondaggi dai quali emerge appunto, che i consumatori sono spinti verso questi cibi da motivazioni legate al rispetto dell’ambiente e al desiderio di mangiare prodotti locali genuini, privi di additivi chimici e maggiormente rispettosi del benessere degli animali.

di Giuseppe Iorio



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