Età Biologica Vs. Età Anagrafica

Non tutti hanno davvero la propria età anagrafica. E non ci riferiamo solo a considerazioni di tipo estetico, ossia al fatto di non dimostrare i propri anni. Perché si può dire, senza timore di essere smentiti, che ciascuno invecchia secondo ritmi personali, ritmi influenzati da fattori genetici e ambientali. Lo dimostra uno studio realizzato da un team di ricercatori dell’Università ebraica di Gerusalemme, pubblicato di recente sulla rivista scientifica “PNAS”.

I ricercatori hanno preso in esame circa 1000 adulti giovani, con età compresa tra i 26 e i 38 anni. La scelta degli esperti è caduta su persone rientranti in questo range anagrafico perché occorre studiare i fenomeni dell’invecchiamento nei soggetti più giovani se si vuole sperare di essere in grado, in futuro, di adottare strategie per prevenire le malattie legate all’invecchiamento.


Sono stati poi analizzati 18 biomarcatori utili a identificarne l’età biologica, tra i quali i valori del colesterolo, la pressione sanguigna, la capacità respiratoria, la funzionalità epatica, la pressione del fondo oculare, le condizioni della dentatura e la lunghezza dei telomeri, le parti terminali dei cromosomi che vanno accorciandosi con l’avanzare dell’età.
Ebbene, analizzando tali parametri, i ricercatori sono giunti alla conclusione che si potevano rinvenire notevoli differenze tra un individuo e l’altro: alcuni dei partecipanti avevano età biologica di poco inferiore ai 30 anni, ma vi erano anche soggetti la cui età biologica ammontava a 60 anni, dunque più vecchi di 20 o addirittura 30 anni in più rispetto alla propria età anagrafica.
Questo fenomeno si deve al differente ritmo di invecchiamento riscontrabile nei vari soggetti. In alcuni casi, infatti, i partecipanti risultavano biologicamente più anziani perché, in 12 mesi, il loro organismo invecchiava di 36 mesi, dunque con un ritmo che proseguiva a velocità tripla rispetto a quella ordinaria; altri individui, invece, invecchiavano di pochi mesi nel lasso di tempo di un anno. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, l’invecchiamento biologico e quello anagrafico coincidevano perfettamente.

“La nostra ricerca”, afferma il dottor Salomon Israel, ricercatore del dipartimento psicologia dell’Università ebraica di Gerusalemme, “dimostra che il declino determinato dall’età si presenta già nei giovani adulti che hanno ancora decenni prima di sviluppare patologie connesse all’invecchiamento, e dimostra anche che noi siamo in grado di misurare il processo di declino”.


E, a quanto pare, la misurazione del processo di declino a cui si riferiscono gli studiosi, effettuata tramite indagini di laboratorio, non si discosta molto da quella effettuata a occhio nudo da non esperti. Difatti, per avere una verifica ulteriore, gli autori dello studio hanno mostrato le foto dei partecipanti all’esperimento a un gruppo di studenti, chiedendo loro di stabilire l’età delle persone immortalate nei vari scatti. In linea di massima, chi aveva un’età biologica inferiore a quella anagrafica veniva considerato più giovane anche nell’aspetto. Coloro che, invece, invecchiavano a un ritmo superiore a quello standard recavano sul volto i segni del più rapido processo di senescenza, e si vedevano attribuite età superiori a quelle sancite dai propri documenti.

di Giuseppe Iorio



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