Esami del sangue, un setaccio hi-tech per rilevare tumori

È risaputo che una diagnosi precoce di un tumore, cioè quando la patologia non si è ancora diffusa nell’organismo, consente di intervenire tempestivamente, incrementando in modo significativo le speranze di guarigione.
Se si considera che i tumori costituiscono la seconda causa di decesso nel nostro continente e nel nostro Paese (la prima è rappresentata dalle patologie cardiovascolari), con un tasso di mortalità stimato in 26 decessi ogni 10.000 abitanti, sarà facile capire quanto siano importanti gli sforzi della ricerca medica non solo per trovare risposte terapeutiche efficaci contro il cancro, ma pure per mettere a punto metodi utili a ottenere diagnosi precoci.


Un’ottima notizia in tal senso giunge da una start up italiana, la Cytofind Diagnostic, che vede tra i suoi fondatori il dottor Fabio Del Ben, esperto di medicina rigenerativa presso l’Università di Trieste. Del Ben e i suoi colleghi stanno lavorando su delle analisi del sangue specifiche che consentano, in modo efficace e rapido, di individuare la presenza di cellule tumorali nell’organismo.
Il prototipo di quello che gli autori del progetto definiscono “setaccio hi-tech” è stato presentato di recente alla National Instruments Week, svoltasi ad Austin, in Texas. Si tratta di una tecnologia capace di frazionare il sangue del paziente in microscopiche goccioline, in maniera tale da potervi scovare un prodotto del metabolismo delle cellule tumorali, ossia l’acido lattico.
Difatti, le cellule impazzite consumano grandi dosi di ossigeno e di glucosio, producendo acido lattico, sostanza che provoca alterazioni del Ph dell’ambiente circostante. E il setaccio hi-tech va proprio alla ricerca di alterazioni dell’acidità delle singole gocce di sangue esaminate.

I primi test eseguiti hanno fornito esiti soddisfacenti, dal momento che è stato possibile identificare gli scarti metabolici di cellule tumorali che indicavano la presenza di cancro alla mammella, allo stomaco, al colon e del glioblastoma (la forma più diffusa e aggressiva di cancro al cervello).
“Il nostro dispositivo”, spiega il dottor Del Ben, “è in grado di trovare le cellule rilasciate in circolo dal tumore semplicemente analizzando una provetta di sangue in 40 minuti”.


Bisogna sottolineare che questa tecnica diagnostica sperimentale non è in grado di rivelare la specifica forma di cancro sviluppatasi, per identificare la quale occorrono poi ulteriori indagini cliniche. Tuttavia, come ricordano Del Ben e colleghi, questa tecnologia fornisce la possibilità di diagnosticare precocemente la presenza di metastasi e con costi più contenuti rispetto agli altri metodi attualmente utilizzati.
Per quanto riguarda le previsioni sulle tempistiche necessarie per poter vedere il setaccio hi-tech in funzione, probabilmente di qui a un paio d’anni questa tecnologia potrebbe già essere utilizzata sperimentalmente dai centri oncologici più avanzati, per poi diventare gradualmente una tecnica diagnostica ordinaria.

di Giuseppe Iorio



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