L’Anemia è una condizione clinica piuttosto diffusa. Secondo recenti stime, ci sarebbero oltre 700 milioni di persone nel mondo affette dal disturbo. L’anemia è caratterizzata da una riduzione della quantità di emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi deputata a trasportare ossigeno nei vari tessuti.
Le conseguenze sulla salute non sono affatto marginali, dal momento che l’insorgenza di una condizione anemica comporta sintomi come pallore, stanchezza, inappetenza, mal di testa, vertigini, respiro accelerato e tachicardia.
Tra le varie forme di anemia, la più comune è quella detta sideropenica, dovuta a carenza di ferro, sostanza indispensabile per la produzione di emoglobina. La carenza di ferro può essere determinata, anzitutto, da una dieta inadeguata, tale da non garantire il sufficiente apporto di questo minerale all’organismo.
Anche in presenza di un aumento del fabbisogno di ferro, ad esempio durante la gravidanza e l’allattamento, si può andare incontro a una riduzione della disponibilità di emoglobina.
L’anemia può insorgere anche in caso di carenza di acido folico (Vitamina B9) e/o di cobalamina (Vitamina B12), sostanze a loro volta indispensabili per la produzione di globuli rossi.
A tavola, il giusto apporto di Ferro, Acido Folico e Cobalamina
Coloro che sono affetti da questa condizione clinica devono dunque seguire un’alimentazione che apporti all’organismo le adeguate quantità di ferro, acido folico e cobalamina.
Secondi i nuovi LARN (Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di Nutrienti per la popolazione italiana), le quantità che gli adulti devono assumere sono di 10 mg al giorno per il ferro, di 400 mcg per la vitamina B9 e di 2.4 mcg per la vitamina B12.
In caso di deficit di ferro, oltre a raccomandare il consumo di alimenti ricchi di questo sale minerale, il medico curante può prescrivere degli integratori di ferro in compresse, gocce o fiale.
Nei cibi di origine animale, come uova, carne e pesce, è presente il ferro ferroso, o ferro eme, che viene assorbito meglio dall’intestino. Nei cibi di origine vegetale (buona disponibilità in soia, quinoa, spinaci) invece, troviamo il ferro ferrico, o ferro non eme, meno facilmente assimilabile dall’organismo.
Per agevolare l’assorbimento del ferro presente negli alimenti, risulta indispensabile un buon apporto di Vitamina C. In tal senso, piatti ideali per una persona anemica sono una bistecca di carne o un filetto di pesce conditi con limone
Consigliabile, invece, evitare alimenti ricchi di fosforo e calcio, oppure contenenti tannini (vino, cioccolato, caffè e tè), in quanto queste sostanze riducono l’assorbimento intestinale del ferro.
Naturalmente, anche in caso di carenza nutrizionale di vitamina B9 e vitamina B12 il medico curante potrà suggerire la dieta più adatta alle necessità individuali del paziente e le necessarie dosi di eventuali integratori.
Quanto alla presenza di acido folico negli alimenti, ne sono fonti molto preziose i legumi e i vegetali a foglia verde, quindi asparagi, broccoli, lattuga e spinaci. La cobalamina, invece, è presente nei cibi di origine animale, in particolare in vongole, ostriche, polipo, fegato di manzo, di vitello e d’oca.
Infine, chi soffre di anemia dovrebbe inserire nella propria dieta anche carni rosse e bianche e pesce, soprattutto aringhe, sgombro, tonno e merluzzo. Sono tutti cibi ricchi di vitamina B12 e, inoltre, contengono micronutrienti in grado di incrementare l’assorbimento intestinale del ferro non eme.
di Giuseppe Iorio