Il Diabete colpisce circa 400 milioni di persone in tutto il mondo, e ben due terzi delle persone affette da questa patologia vivono nelle grandi città. Questo legame tra diabete e vita urbana ha indotto gli esperti a parlare di città che “alimentano” il diabete e, naturalmente, a pensare a delle possibili contromisure per arginare un problema che diventa sempre più complesso ed esoso da gestire anche per i vari servizi sanitari nazionali (nel nostro Paese si spendono, ogni anno, 15 miliardi di euro).
Sul rapporto tra diabete e città si sono confrontati numerosi esperti provenienti da diversi Paesi del mondo nel corso del “Cities Changing Diabetes Summit 2015”, tenutosi a Copenhagen il mese scorso. In quella sede, è stato presentato uno studio realizzato dallo University College di Londra e volto a indagare sulle cause che rendono il diabete così presente nei centri urbani.
Gli studiosi inglesi hanno intervistato oltre 550 soggetti malati di diabete di tipo 2 o a rischio di insorgenza della patologia e residenti in 5 grandi città, ossia Copenaghen, Houston, Città del Messico, Shanghai e Tianjin. Grazie alle informazioni raccolte, gli autori della ricerca hanno potuto delineare un quadro più chiaro dei motivi per i quali le persone che vivono in alcune realtà urbane risultino più esposte allo sviluppo di questa patologia.
I ricercatori sono giunti alla conclusione che i fattori che influenzano la genesi del diabete sono connessi allo stress causato dal lavoro, agli spostamenti tra un luogo e l’altro resi faticosi da traffico e folla, al ritmo di vita frenetico che toglie il tempo per dedicarsi a della sana attività fisica.
Del resto, che lo stress fosse un elemento molto critico per il rischio di sviluppare il diabete lo aveva già dimostrato, tra gli altri, un team di studiosi dell’Università di Monaco. Gli studiosi tedeschi avevano sottolineato come le richieste di prestazioni lavorative molto impegnative, unite alla scarsa autonomia nei processi decisionali, rendessero un lavoratore su cinque sottoposto a stress e, in virtù di tale condizione, soggetto a un incremento del rischio di insorgenza del diabete del 45%.
Il progetto “Cities Changing Diabetes” ha l’obiettivo di coinvolgere le istituzione delle principali metropoli del pianeta nella messa a punto di interventi specifici che possano contribuire a frenare la diffusione di questa malattia cronica.
“La crescita del diabete nei grandi centri urbani”, sostengono gli ideatori del progetto, “non è necessariamente inarrestabile. La collaborazione tra professionisti della salute, esperti del mondo delle attività motorie e sportive, amministratori, urbanisti, il mondo scientifico, le associazioni di pazienti e gli stessi cittadini può trasformare le nostre città e renderle luoghi più adatti, a prova di diabete“.
Un esempio in tal senso potrebbe essere rappresentato da un’iniziativa italiana già attiva da qualche anno, Città per camminare. Si tratta di un progetto che vede la collaborazione del campione olimpico di marcia Maurizio Damilano e che si propone lo scopo di creare dei percorsi adatti al cammino nei centri urbani, in modo da poter attuare il suggerimento degli esperti di fare quei 5000 passi al giorno (circa 3 km) che consentono di mantenersi in forma e di ridurre il rischio di andare incontro, oltre che al diabete, a problemi di obesità, a malattie cardiovascolari e diverse forme di tumore.
di Giuseppe Iorio