Dal patrimonio culturale dalle popolazioni andine, arriva una particolare tecnica di massaggio chiamata “Qhaqoy”, che affonda le sue radici nell’antica medicina andina, secondo la quale la salute del corpo e della mente dipendono da un rapporto armonico con la natura. Di conseguenza, secondo questa secolare tradizione, i disturbi che ci affliggono sono sintomo di un sopraggiunto squilibrio tra la nostra persona e le forze della natura.
Il massaggio “Qhaqoy” ha lo scopo di ristabilire l’equilibrio perduto a causa di quelle sensazioni negative (stress, tensione, ansia, rabbia) in grado di sottrarci energia. Questa pratica terapeutica si propone di ricreare una circolazione armonica dell’energia che caratterizza l’uomo, cioè l’energia solare, detta “Ti”, e la donna, cioè l’energia lunare, chiamata “Ki”.
Il rilassamento assoluto di chi si sottopone al trattamento, favorito dai movimenti del massaggiatore, è un presupposto fondamentale per liberarsi delle emozioni conflittuali, in modo da riequilibrare il proprio rapporto con il cosmo e ritrovare il benessere psicofisico.
Massaggio Qhaqoy: Come viene eseguito
In una prima fase, il paziente viene invitato a chiudere gli occhi e ad eseguire un auto-massaggio guidato. L’obiettivo di questa procedura è quello di consentire al paziente di concentrarsi sulle sensazioni tattili e sul respiro, giungendo a un grado più avanzato di autoconsapevolezza. In seguito, il massaggiatore esamina la pelle, la lingua e gli occhi del paziente, al fine di individuare la natura e la localizzazione degli squilibri energetici, in modo tale da concentrare l’intervento nelle sole zone in cui risulta necessario oppure su tutto il corpo.
Il terapeuta, valutando le esigenze del paziente, può fare uso, oltre che delle mani, anche di pietre riscaldate, di erbe medicinali e di oli essenziali.
Tramite i propri movimenti, il massaggiatore trasmette la propria energia al paziente e fa emergere le tensioni e i blocchi che gravano sul quest’ultimo, così da provvedere ad eliminarli gradualmente.
Come già sottolineato, perché questo metodo risulti efficace è necessario indurre nel paziente un rilassamento molto profondo. A tale scopo, è possibile far sdraiare il soggetto su una coperta di lana che viene poi mossa da quattro assistenti del massaggiatore, ciascuno dei quali prende tra le mani un angolo della coperta e inizia a farlo oscillare, come a simulare i movimenti di una culla.
Terminata la seduta, la cui durata varia a seconda delle necessità terapeutiche individuali, il paziente avverte un senso di relax generale molto denso e prolungato, sentendosi liberato dalle scorie delle sensazioni negative che lo affliggevano prima di sottoporsi al massaggio.
Considerata l’intensità emotiva dell’esperienza, è raccomandabile non sottoporsi a sedute troppo ravvicinate nel tempo; l’ideale è far trascorrere un mese tra una seduta e l’altra.
di Giuseppe Iorio