La pasta viene considerata un alimento ipercalorico, quindi chiunque sia interessato al proprio peso forma dovrebbe limitarne il consumo, e mangiarla non più di una volta al giorno. Tuttavia, è innegabile che, per molte persone, l’idea di non avere via libera di fronte a un buon piatto di spaghetti possa essere un bel cruccio.
Proprio per venire incontro a chi ha già o teme di poter avere problemi di linea, un’azienda giapponese, la Omikenshi, ha pensato di creare una pasta realizzata con cellulosa vegetale. Un prodotto che, considerato l’esiguo numero di calorie, potrebbe essere consumata in generose quantità senza grossi rischi per il girovita.
La pasta in questione, secondo quanto dichiarato dall’azienda produttrice, ha infatti solo 27 calorie per 450 grammi di prodotto, contro le 1538 che avrebbe invece la stessa quantità di pasta di grano.
Questi particolari spaghetti sono ottenuti dalla cellulosa ricavata dagli alberi e mescolata a un estratto della radice di konjac, la stessa pianta usata per produrre la pasta shirataki. L’impasto che ne deriva è costituito da una farina molto ricca di fibre.
Gli spaghetti di cellulosa sono dunque ipocalorici ma, al tempo stesso, dotati di un buon potere saziante. Questa proprietà deriva dalla presenza del glucomannano nelle radici del konjac, una fibra che, quando entra in contatto con dei liquidi, aumenta di volume, così da riempire lo stomaco.
Inoltre, sono ricchi di sali minerali e privi di glutine, dunque adatti anche alle persone affette da celiachia.
Le fibre contenute negli spaghetti aiutano a digerire le proteine, favoriscono la funzionalità dell’intestino, regolando il transito intestinale e contrastando gonfiori e costipazione, e facilitano l’eliminazione delle tossine.
Infine, contribuiscono a tenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue e a ridurre i valori del colesterolo LDL, quello definito “cattivo”.
Anche se, come detto, gli spaghetti apportano un numero di calorie davvero irrisorio, bisogna sottolineare che i condimenti e i sughi andranno scelti con oculatezza, perché da questi ultimi dipende l’effettivo contenuto calorico delle portate.
di Giuseppe Iorio