Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia è sempre più pervasiva, nella quale gli oggetti smettono di essere passivi, immobili, per diventare dinamici, interattivi e, soprattutto, intelligenti.
Non a caso, si parla di tecnologia “smart” per designare quegli oggetti dotati di una capacità di interazione con gli esseri umani che deriva dalla possibilità di poter ricevere e trasmettere dati connettendosi a internet, quindi di adattare le proprie funzionalità alle esigenze dell’utente in base alle informazioni ricevute.
Tra questi ultimi, inizia a diffondersi una categoria di oggetti che si possono portare con sé ovunque. Sempre intelligenti, sempre connessi in Rete, ma di tipo “wearable”, cioè “indossabili”: occhiali, braccialetti, orologi, persino capi d’abbigliamento intelligenti, in grado di gestire dati.
Basti pensare agli accessori sportivi hi-tech, come ad esempio le scarpe che contano il numero di calorie bruciate, i passi fatti, la distanza percorsa, i braccialetti per tenere sotto controllo battito cardiaco e pressione del sangue, i sensori da applicare alle racchette da tennis per verificare il punto di impatto, la velocità, il tipo di rotazione impressa alla palla ecc.
Ma, per quanto riguarda i gadget smart da indossare nelle attività quotidiane, sembrerebbe che gli utenti siano sì curiosi di sperimentare le funzioni delle ultime novità digitali immesse sul mercato, ma non ancora disposti a spendere le spesso consistenti cifre necessarie per potersi assicurare i servigi tecnologici di questi affascinanti oggetti magici.
Welt e Belty Good Vibes
Nel corso del recente “International Consumer Electronics Show” (noto anche come “CES”), la fiera di elettronica di consumo che si tiene annualmente a Las Vegas, all’inizio di Gennaio, sono stati presentati due accessori smart indossabili che promettono ai futuri acquirenti di vigilare sul loro stato di forma.
Si tratta di due cinture intelligenti che, a prima vista, sembrano normalissime cinture, ma che rivelano un cuore ad alta tecnologia potenzialmente in grado di migliorare il nostro stile di vita, spronandoci, quando occorre, a mangiare meno e a muoverci di più.
La prima cintura si chiama “Welt” ed è prodotta dalla Samsung. L’apparecchio in questione, dotato di tecnologia Bluetooth e capace di comunicare con un’applicazione installata sullo smartphone, anzitutto misura la circonferenza della vita, quindi è in grado di rilevare e segnalare eventuali incrementi del girovita. In questo caso, la cintura vi inviterà a essere più moderati a tavola, dispensando utili suggerimenti dietetici che vi aiuteranno a ritrovare la linea.
In secondo luogo, Welt è dotata di sensori per verificare il numero di passi effettuati durante la giornata e il tempo in cui si resta seduti. Analizzando questi parametri, la cintura si incaricherà di avvisarvi quando è giunto il momento di alzarvi dalla sedia o dalla poltrona per camminare un po’.
Welt non è ancora disponibile in commercio, ma dovrebbe esserlo entro la fine del 2016. Al momento, l’azienda produttrice non ha ancora reso noto il prezzo del prodotto.
L’altra cintura smart che veglierà sul nostro benessere è la Belty Good Vibes, prodotta da Emotia. Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a uno strumento che monitora il nostro stile di vita e ci suggerisce quali modifiche apportare allo stesso.
In che modo? Questa cintura, capace di regolarsi in maniera automatica al nostro girovita, stringendosi o allargandosi a seconda dei casi, segnala la necessità di appiattire la pancia, quella di fare più movimento nel corso della giornata, quella di bere per tenere l’organismo idratato. Inoltre, la cintura emette delle vibrazioni per scandire il ritmo quando si cammina o quando si salgono le scale.
L’oggetto comunica con apposita applicazione per smartphone, così da visualizzare i dati raccolti e ricevere indicazioni utili in merito alla dieta e agli esercizi fisici da svolgere.
Nemmeno la Belty Good Vibes è al momento disponibile in commercio, ma lo sarà dal dicembre 2016, a un prezzo non proprio contenuto, ossia 395 dollari (360 euro circa).
di Giuseppe Iorio