Salute migliore con una vita sociale più attiva

Chi ha una vita sociale soddisfacente, dunque degli amici su cui contare, una relazione sentimentale appagante, vive più a lungo e in condizioni di salute migliori. Non mancano le evidenze scientifiche che mostrano la presenza di una correlazione tra relazioni sociali e buona salute. In particolare, è stato dimostrato come, nelle persone più anziane, la solitudine influisca negativamente sulla longevità, mentre una vita di relazione attiva favorisca un maggior benessere psico-fisico.
Al novero delle ricerche su questo tema va aggiunto uno studio pubblicato di recente sulla rivista “PNAS” (Proceedings of the National Academy of Sciences), realizzato da un team di esperti provenienti dalla University of North Carolina e della Renmin University a Pechino, coordinati dalla professoressa Yang Claire Yang del Dipartimento di Sociologia dell’ateneo americano.


La professoressa Yang e i suoi collaboratori hanno esaminato 4 studi precedenti, che avevano coinvolto un campione complessivo di oltre 14 mila persone di ogni età, dall’adolescenza alla terza età, raccogliendo informazioni sia sulla qualità della loro vita sociale che sul loro stato di salute.
Le informazioni relative alle relazioni sociali riguardavano il numero di amici e lo status sentimentale e si basavano su domande tese a verificare in che misura gli amici e i familiari fossero di supporto nei momenti critici, fonti di distrazione e di momenti piacevoli.
Per quanto concerne invece lo stato di salute, sono stati presi in considerazione i dati relativi a quattro parametri, ossia l’indice di massa corporea, la pressione del sangue, la circonferenza della vita e i livelli di proteina C reattiva (PCR), un indicatore che permette di stabilire se nell’organismo sono in atto processi infiammatori dovuti a infezioni, malattie sistemiche o problemi cardiovascolari.

Incrociando i dati, gli autori dello studio hanno avuto conferma del legame tra qualità della vita sociale e condizioni di salute. Ad esempio, nel caso di adolescenti socialmente isolati, si riscontrava la stessa percentuale di rischio di infiammazione rilevata nei ragazzi che non svolgevano attività fisica. Oppure, nel caso dei soggetti più anziani, l’assenza di rapporti umani degni di nota risultava un fattore di rischio per lo sviluppo dell’ipertensione persino più grave del diabete.
Viceversa, chi poteva contare su relazioni sociali positive era meno incline all’obesità e alle infiammazioni, indipendentemente dall’età.


“I parametri che abbiamo considerato, valutati insieme, sono ottimi indicatori delle conseguenze fisiologiche dello stress sul nostro organismo” spiega la professoressa Kathleen Mullan Harris, una delle autrici dello studio. “La nostra ipotesi è che le relazioni sociali siano utili a ridurre gli effetti dello stress, che aiutino a gestirlo meglio”.
Peraltro, in modo sorprendente, dall’analisi dei dati è emerso che, mentre per i più giovani e i più anziani sembra contare particolarmente il numero di persone che fanno parte della propria rete sociale, per i soggetti tra i 30 e i 50 anni, invece, a influire in modo maggiormente positivo sulla salute è la qualità dei rapporti.

“Seguite una dieta sana e varia, e svolgete attività fisica regolarmente”, raccomanda la professoressa Yang, “ma cercate anche di avere una buona vita sociale, di essere in relazione con altre persone. Coltivate un ampio numero di relazioni sociali, alcune delle quali profonde. Tutto ciò è molto importante. E fatelo sin da subito, senza attendere il momento in cui sarete anziani”.

Di Giuseppe Iorio



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