Dal Canada giunge una notizia che molto probabilmente rallegrerà numerose donne in dolce attesa: mangiare cioccolato durante la gravidanza giova alla salute della mamma e a quella del nascituro. Difatti, un apporto regolare di cacao pare avere influenze positive sulla funzionalità della placenta e sullo sviluppo del feto, riducendo allo stesso tempo il rischio di complicanze.
Queste le conclusioni cui sono giunti alcuni ricercatori della Université Laval di Québec City, in Canada. Gli studiosi presenteranno i risultati del loro studio sul rapporto tra gravidanza e consumo di cioccolato, lavoro realizzato sotto la supervisione della professoressa Sylvie Dodin e del professor Emmanuel Bujold, nel corso del congresso annuale della Society for Maternal Fetal Medicine, che si svolgerà tra un paio di settimane ad Atlanta, negli Stati Uniti.
Gli autori dello studio hanno svolto dei test su un campione di 129 gestanti che si trovavano tra l’undicesima e la quattordicesima settimana di gravidanza. Tutte le partecipanti hanno consumato una quantità di 30 grammi di cioccolato al giorno, per 12 settimane. Metà del campione ha mangiato cioccolato ad alto contenuto di flavonoli, mentre l’altra metà ha consumato del cioccolato con basso contenuto di flavonoli.
Dopo 12 settimane, i ricercatori hanno potuto osservare come in tutte le gestanti si potesse rilevare la presenza di un’arteria uterina con dimensioni superiori rispetto a quelle medie. L’aumento delle dimensioni di quest’arteria veniva rilevato in entrambi i gruppi di gestanti, quindi gli studiosi escludono che gli effetti positivi sulla gravidanza siano connessi direttamente alla quantità di flavonoli contenuti nel cioccolato.
Dall’arteria uterina dipende l’apporto di sangue all’utero, alla placenta e al feto, ragion per cui l’effetto provocato dal consumo di cioccolato risultava ottimale per il buon funzionamento della placenta e per lo sviluppo del feto. Inoltre, grazie alla maggior efficienza dell’arteria uterina, si registrava anche un minor rischio di preeclampsia, una grave complicanza che rappresenta la principale causa di parti prematuri e di mortalità neonatale.
di Giuseppe Iorio