La Dieta Mind (acronimo di “Mediterranean-Dash intervention for neurodegenerative delay”) è stata di recente definita dagli esperti della rivista “Us News” uno dei tre regimi alimentari complessivamente migliori tra quelli esistenti, insieme alla dieta Dash e alla dieta Tlc.
Si tratta di un approccio all’alimentazione che, come rivela eloquentemente il nome, ha l’obiettivo di ridurre sensibilmente il rischio di malattie neurodegenerative, in particolare il Morbo di Alzheimer.
La dieta Mind è stata ideata dalla dottoressa Martha Clair Morris, nutrizionista del Rush University Center di Chicago, e rappresenta una combinazione di dieta mediterranea e dieta Dash, che aiutano a ridurre sia il rischio cardiovascolare che quello di demenza senile, come dimostrato da diversi studi.
Dieta Mind, i cibi amici e quelli nemici del cervello
I principi di questo regime alimentari stabiliscono una suddivisione del cibo in 15 categorie, 10 delle quali sono considerate positive per la salute e 5 giudicate invece come dannose.
Gli alimenti reputati “buoni”, da consumare in abbondanza, sono le verdure, in particolare quelle a foglia verde (ricche di luteina, sostanza che rallenta il declino cognitivo), i frutti di bosco (soprattutto i mirtilli), i cereali integrali, i legumi, la frutta secca, il pesce, le carni bianche, l’olio di oliva e il vino rosso (mezzo bicchiere a pranzo e mezzo a cena); quelli ritenuti “cattivi”, da assumere con molta moderazione, sono le carni rosse, i dolci, i cibi fritti, il burro e il formaggio.
Dieta Mind, lo studio scientifico
La dottoressa Morris e i suoi collaboratori hanno verificato sperimentalmente gli effetti della dieta Mind sulle funzioni cognitive delle persone di età più avanzata. A tale scopo, hanno reclutato 923 soggetti di età compresa tra i 58 e i 98 anni. Periodicamente, i soggetti hanno compilato dei questionari attraverso i quali gli autori della ricerca hanno potuto analizzare le abitudini alimentari di ciascun partecipante. È stato così possibile osservare che quanti seguivano i principi della dieta Mind in modo rigoroso beneficiavano di una riduzione del rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer del 53%.
Anche la dieta mediterranea e la dieta Dash si sono rivelate molto utili nel ridurre l’incidenza del morbo di Alzheimer, con una diminuzione del rischio quantificabile nel 54% per chi adotta la prima e del 39% per chi adotta la seconda.
Tuttavia, mentre la dieta mediterranea e la dieta Dash assicuravano minori rischi di andare incontro all’Alzheimer solo se osservate scrupolosamente, la dieta Mind ha dimostrato di avere effetti positivi sul rischio di declino cognitivo anche se si adottano solo parzialmente i dettami che essa prescrive. Difatti, è stata rilevata una riduzione 35% del rischio di insorgenza della patologia pure in presenza di una adesione solo moderata ai suoi principi.
di Giuseppe Iorio