C’è un vecchio motto popolare secondo il quale in amore e in guerra non esisterebbero regole. Una visione sin troppo relativista, semplicistica, persino, almeno per quanto attiene all’interazione amorosa, più nello specifico alla seduzione. Difatti, quest’ultima, pur dipendendo da una serie di fattori difficili da enumerare e gestire, non è propriamente frutto del caso, in quanto esistono alcuni elementi chiave che possono renderci più o meno affascinanti agli occhi di un potenziale partner.
Uno di questi fattori è rappresentato dal linguaggio del corpo, che conta più di quanto non si creda quando ci si relaziona con il mondo esterno, e che influisce in modo consistente sulla percezione che gli altri hanno di noi.
In questo articolo, non intendiamo analizzare le regole della seduzione, né svelarvi come poter far colpo su una persona. Tuttavia, riporteremo quanto è emerso da una ricerca scientifica, le cui conclusioni, pubblicate sulla rivista “PNAS”, possono essere uno spunto di riflessione utile per chi è alla ricerca di persone nuove da conoscere e con le quali instaurare eventuali relazioni sentimentali.
Lo studio al quale facciamo riferimento è stato realizzato dalla dottoressa Tanya Vacharkulksemsuk, che lavora presso l’Università della California di Berkeley. Secondo la ricercatrice americana e i suoi colleghi, a incidere in modo piuttosto rilevante sulle proprie chance di essere considerati più intriganti da un possibile partner è la propria postura, il modo di occupare lo spazio circostante.
Chi tiene una postura più aperta, più espansiva, con gambe e braccia larghe e busto eretto, sembra essere maggiormente attraente rispetto a chi, invece, adotta una postura chiusa, ad esempio tenendo il busto un po’ curvo e incrociando le braccia.
La dottoressa Vacharkulksemsuk e i suoi collaboratori hanno analizzato l’interazione tra vari soggetti sia nell’ambito della comunicazione online su siti di dating, sia nel corso di incontri dal vivo, i cosiddetti “speed date”. Questi ultimi sono eventi nel corso dei quali ciascun partecipante ha modo di interagire, per un tempo limitato, con una serie di persone dell’altro sesso (o dello stesso sesso, nel caso di speed date rivolti a persone omosessuali), così da poter individuare, eventualmente, soggetti coi quali approfondire la conoscenza.
Gli autori dello studio hanno dapprima visionato dei filmati relativi a speed date ai quali avevano partecipato, complessivamente, 144 persone, verificando in che modo la postura dei soggetti avesse incidenza sull’interesse suscitato nei propri interlocutori.
Successivamente, hanno reclutato 6 volontari, tre uomini e tre donne, facendo creare a ciascuno di essi due diversi profili su Tinder, la nota applicazione per incontri. Un primo profilo mostrava foto del soggetto in posture più aperte, mentre nel secondo comparivano immagini che ritraevano la stessa persona in posizioni più chiuse e contratte.
Sia l’analisi dell’interazione dal vivo che quella della comunicazione online hanno dimostrato come la postura aperta risultasse estremamente favorevole per coloro che la adottavano. Mettere in atto una “open pose” giovava, in termini di potenziale seduttivo, sia alle donne che agli uomini, anche se il gradimento è stato ancor più marcato nei confronti degli uomini, con l’87% di responsi positivi per i partecipanti di sesso maschile ritratti in una foto con una postura espansiva.
La dottoressa Vacharkulksemsuk e i suoi collaboratori si dicono dunque certi del fatto che una postura aperta sia in grado di incrementare considerevolmente le possibilità di successo nell’ottenere appuntamenti.
La verosimile spiegazione di questo effetto seduttivo, sostengono gli autori dello studio, va ricercata nel fatto che una postura più aperta trasmette maggiore sicurezza e autostima e una più ampia capacità di brillare nelle interazioni sociali e nella vita professionale.
di Giuseppe Iorio