Luce Artificiale, i rischi della sovraesposizione

L’eccessiva esposizione alla luce artificiale può procurare vari danni alla salute, innescando meccanismi che generano alcuni degli effetti dell’invecchiamento.
Queste le conclusioni di uno studio su modello animale portato a termine da un gruppo di ricercatori del Leiden University Medical Centre, in Olanda. Lo studio è stato coordinato dalla dottoressa Johanna Meijer, neuroscienziata presso l’ateneo olandese, e pubblicato sulle pagine della rivista “Current Biology”.


La dottoressa Meijer e i suoi colleghi hanno svolto dei test su 130 topi, che sono stati costantemente esposti, per ben 6 mesi, a luci artificiali. Lo scopo era quello di verificare quali effetti avesse l’interruzione dell’usuale susseguirsi di fasi di luce e fasi di oscurità sull’organismo dei roditori.
Al termine delle 24 settimane di permanenza in un ambiente perennemente illuminato, nei topi sono state osservate una serie di condizioni che caratterizzano il processo di invecchiamento. Questi roditori, infatti, sono andati incontro a perdita della massa muscolare, diminuzione della resistenza ossea e alterazioni della funzionalità del sistema immunitario.

Gli effetti nefasti dell’esposizione continua alla luce sugli animali testati sono addebitabili all’alterazione dei ritmi circadiani. Più nello specifico, dopo i 6 mesi di illuminazione persistente, i topi hanno fatto registrare variazioni nei ritmi naturali scanditi dal nucleo soprachiasmatico, una zona dell’ipotalamo formata da un gruppo di neuroni che contribuisce a regolare l’orologio biologico.
Gli scompensi dei ritmi circadiani derivano dal fatto che il nucleo soprachiasmatico nel cervello dei roditori ha ricevuto per 6 mesi segnali continui dalle cellule sensibili alla luce.

L’unico aspetto positivo dello studio riguarda la reversibilità delle conseguenze dannose sopra evidenziate. Difatti, una volta terminato l’esperimento e ripristinata la regolarità dei ritmi circadiani, i topolini hanno recuperato le condizioni di salute in cui si trovavano prima dell’inizio della ricerca.


I ricercatori olandesi affermano che, nonostante gli esperimenti siano stati svolti su modello animale, lo studio fornisce ulteriore conferma degli effetti negativi sull’orologio biologico connessi all’esposizione alla luce. Ricerche precedenti hanno infatti mostrato che le alterazioni del ritmo circadiano cui sono sottoposte, ad esempio, le persone che lavorano di notte risultano correlate a un incremento del rischio di tumori, di patologie cardiovascolari e di infiammazioni croniche intestinali.

Ma il pericolo di alterazioni dell’orologio biologico non riguarda soltanto i lavoratori notturni. Proprio di recente, l’American Medical Association ha voluto sottolineare i rischi per la salute derivanti dalla presenza di lampioni stradali a tecnologia LED, sostenendo che queste sorgenti emettono luce blu e, pertanto, possono avere un impatto cinque volte maggiore sui nostri ritmi circadiani rispetto ai lampioni tradizionali.
E se non è possibile intervenire sulle fonti di illuminazione che si trovano all’esterno, almeno quando siamo a casa dovremmo premurarci di spegnere televisori, monitor, tablet, smartphone e altri dispositivi che emettono luce blu prima di andare a letto, eventualmente indossando una mascherina per dormire.

di Giuseppe Iorio



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