I danni alla salute provocati da un utilizzo molto frequente di cellulari e smartphone sono oggetto di discussione da svariati anni. Alcune ricerche hanno stabilito che i nostri insostituibili dispositivi telefonici mobili sono potenzialmente cancerogeni, mentre altri studi sono giunti a conclusioni del tutto opposte.
In assenza di dati certi, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha deciso di classificare i campi elettromagnetici a radiofrequenza, quelli appunto originati dalle radiazioni non ionizzanti emesse dai telefonini, nel gruppo B2 degli agenti cancerogeni, categoria nella quale rientrano tutti quegli agenti considerati come sospetti, ma circa i quali ci sono limitate evidenze di pericolosità.
La Sindrome del Tunnel Cubitale, o Gomito del Telefonista
Dunque, tralasciando l’annosa querelle sui rischi di insorgenza del cancro legati all’uso del cellulare, possiamo più agevolmente convenire sul fatto che usare troppo a lungo il telefono mobile possa determinare un tipo di danno meno spaventoso di un tumore, ma comunque abbastanza fastidioso.
Ci riferiamo alla sindrome del tunnel cubitale, detta popolarmente “gomito del telefonista” o “gomito del cellulare”, definizione che richiama il più noto “gomito del tennista” (o epicondilite laterale).
Già da tempo, numerosi specialisti avevano attirato l’attenzione verso il rischio di problemi al nervo ulnare del gomito derivanti dalle posture scorrette assunte mentre si conversa al telefonino. Tenere il gomito piegato per lungo tempo, infatti, determina una forma di stress meccanico ai danni del nervo ulnare, che può portare a intorpidimento delle dita della mano, parestesia (mancanza di sensibilità), dolore e debolezza muscolare tale da rendere difficile stringere la mano per prendere degli oggetti.
Il trattamento per la sindrome del tunnel cubitale prevede l’uso di tutori durante il sonno, l’assunzione di farmaci antinfiammatori, l’esecuzione di esercizi fisici e, nei casi più gravi, un intervento chirurgico.
Uno studio conferma il rischio
I ricercatori dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma hanno voluto eseguire una verifica sperimentale delle conseguenze di un uso prolungato del cellulare. Per farlo, hanno reclutato 114 persone, 58 delle quali lamentavano problemi al nervo ulnare.
I soggetti hanno simulato delle telefonate abbastanza lunghe, fino a 18 minuti. Nel corso delle stesse, sono state utilizzate delle tecniche neurografiche, che consentono di rilevare la velocità di conduzione nervosa in una determinata zona del corpo.
In questo modo, gli studiosi italiani hanno potuto osservare che, nelle persone con pregressi problemi, la postura con gomito fisso provocava effetti negativi. Difatti, il nervo ulnare manifestava segnali di sofferenza nel giro di pochi minuti, facendo registrare una riduzione della velocità di conduzione del segnale nervoso.
Secondo gli autori dello studio, le cui conclusioni sono state pubblicate sulle pagine della rivista “Clinical Neurophysiology”, non sono soltanto le telefonate a provocare danni al nervo ulnare. Sebbene in misura inferiore rispetto alle lunghe chiamate, vista la flessione del gomito meno marcata, anche inviare messaggi, scrivere mail e chattare possono aumentare il rischio di andare incontro al gomito del telefonista.
Il dottor Luca Padua, coordinatore dello studio, raccomanda dunque alle persone che usano il cellulare per telefonate lunghe di prestare particolare attenzione alla postura del gomito. Il suo suggerimento è quello di alternare le mani per reggere l’apparecchio e fare uso degli appositi auricolari mentre si telefona.
di Giuseppe Iorio