Alcuni mesi fa, sul quotidiano britannico The Guardian è apparso un articolo scritto da un giornalista ed ecologista inglese, Donnachadh McCarthy, il quale sosteneva che fare la doccia ogni giorno danneggia l’ambiente e la salute. Secondo McCarthy, sarebbe necessario ridurre drasticamente il numero di docce a settimana, magari volgendo lo sguardo al passato, agli anni Sessanta, quando l’abitudine prevalente era quella del bagno settimanale.
Affermazioni che potrebbero far storcere il naso (o farlo tappare, visto il tema) a un buon numero di lettori. Ma, prima di esternare le proprie perplessità, sarebbe essenziale leggere le motivazioni alla base della posizione, piuttosto scomoda, espressa dal giornalista inglese.
McCarthy è impegnato da anni nella lotta contro gli sprechi d’acqua e, nell’articolo citato, ricordava ai lettori che, mentre qui in Occidente possiamo permetterci di usare decine e decine di litri di acqua al giorno per le nostre necessità, in numerosi Paesi di Africa, Asia e America Latina ci sono centinaia di milioni di persone che devono sottoporsi a notevoli sacrifici ogni giorno per ottenere un bicchiere d’acqua.
Il problema della disponibilità di acqua potabile, attualmente già serissimo, è purtroppo destinato ad aggravarsi in futuro. Un futuro molto recente, se si accolgono le preoccupazioni dell’Onu.
Difatti, secondo uno studio delle Nazioni Unite risalente al 2012, circa la metà della popolazione mondiale dovrà fronteggiare, a partire dal 2030, il problema della scarsità d’acqua, e anche Paesi Europei come l’Italia, la Spagna e il Portogallo dovranno fare i conti con una simile, temibile prospettiva.
I contro della doccia quotidiana
McCarthy sostiene che, per ogni doccia, siano necessari 50-60 litri d’acqua. Ipotizzando che, in una famiglia composta da 4 persone, ciascun membro faccia una doccia al giorno, si giunge a un consumo complessivo di almeno 200 litri d’acqua al giorno per le sole docce.
Vanno poi prese in considerazione le emissioni di CO2 per riscaldare l’acqua usata dalla famiglia citata nell’esempio, emissioni stimabili in circa 3,5 tonnellate all’anno.
Un impatto oltremodo negativo per l’ambiente, non c’è dubbio. Al quale va aggiunta anche una spesa non proprio marginale: 1200 sterline (oltre 1400 euro) all’anno per le docce quotidiane.
Un altro degli aspetti negativi dell’abuso di docce è rappresentato dagli effetti collaterali che il continuo uso di saponi e detergenti ha sulla nostra pelle. Quando ci si lava in modo eccessivo, infatti, le sostanze aggressive contenute in questi prodotti possono danneggiare la barriera cutanea, essenziale per conservare la pelle idratata e sana, con il rischio di problemi quali secchezza e dermatite irritativa.
Insomma, a detta di McCharthy, quella di fare la doccia quotidianamente non sarebbe una reale necessità, bensì il frutto di un retaggio culturale, che non apporta reali benefici alle persone, ma solo alle aziende che producono cosmetici.
Evitare gli sprechi senza trascurare l’igiene
Quale soluzione propone McCarthy? L’ecologista inglese ritiene che sarebbe il caso di cambiare abitudini, di smettere di fare la doccia tutti i giorni, senza per questo dover rinunciare alla pulizia e all’igiene.
Il lavaggio quotidiano dovrebbe essere riservato solo a quelle parti del corpo, come ascelle, mani, piedi e genitali, interessate da maggior sudorazione, cattivi odori e accumulo di germi. Per lavare queste zone, sarebbe necessario usare una quantità di acqua moderata, così da contenere gli sprechi.
Noi aggiungiamo che, quando si parla di igiene personale, bisogna sempre valutare alcuni fattori specifici, a partire dal periodo dell’anno e dallo stile di vita.
Ad esempio, è naturale che, durante l’estate, le temperature elevate e la cospicua umidità facciano avvertire la necessità di lavarsi più spesso rispetto alle altre stagioni. È altresì ovvio che una persona impegnata in attività sportive possa avere l’esigenza di andare sotto la doccia dopo ogni allenamento, mentre chi svolge vita sedentaria può anche decidere di fare la doccia a giorni alterni, senza tuttavia tralasciare l’igiene quotidiana delle zone sensibili, che vanno lavate almeno una volta al giorno con acqua calda e sostanze detergenti.
di Giuseppe Iorio