Nel suo ultimo, brillante saggio, intitolato “Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida”, il compianto Umberto Eco analizzava, con la consueta verve sarcastica, accompagnata da estrema lucidità analitica, alcuni dei punti controversi della nostra società. Nel capitolo dedicato al nostro rapporto perverso con gli smartphone, lo scrittore e semiologo italiano raccontava un gustoso aneddoto.
Un giorno, camminando su un marciapiede, il professor Eco si accorge che sta incrociare una signora completamente assorbita dal sul suo telefonino, tanto da non guardare cosa accade attorno a lei. Eco, che si autodefinisce “intimamente malvagio”, decide di fermarsi di colpo e girarsi di spalle, fingendo di guardare dall’altra parte della strada. Così, la donna distratta va a sbattere contro le spalle dello scrittore, il telefono le scivola di mano, cade a terra, e lei è costretta a porre delle incerte scuse.
L’episodio narrato si conclude con un simpatico invito rivolto al lettore a comportarsi nello stesso modo nel caso si trovasse in circostanze analoghe, in modo da dare una piccola lezione a quelli che lui definisce “telefonatori compulsivi”.
Lo Smartphone Walking, un’abitudine pericolosa
Questo aneddoto descrive in modo sapidamente emblematico una delle abitudini contemporanee meno intelligenti e, purtroppo, sempre più diffuse, ossia lo “smartphone walking”, l’aggirarsi per strada con gli occhi incollati sul display del proprio telefono, incuranti dei pericoli per sé e per gli altri che possono derivarne.
E il pericolo non è solo quello di andare a imbattersi nella schiena di qualche scrupoloso lettore di Eco. Purtroppo, lo smartphone walking provoca un numero crescente di incidenti che, nei casi più gravi, si rivelano tragicamente fatali.
Secondo i dati forniti dall’agenzia di comunicazione “Found!”, che ha raccolto segnalazioni da parte di alcuni osservatori sistemati in varie città d’Italia, la tendenza allo smartphone walking sembrerebbe interessare più di un italiano su due, e riguarderebbe persone di ogni età, dai teenager agli over 50, anche se le categorie più inclini alle passeggiate distratte sono gli imprenditori tra i 30 e i 45 anni e gli studenti tra i 16 e i 19 anni.
Le Regole del Galateo dello Smartphone
Gli esperti coinvolti dall’agenzia Found! hanno ideato un piccolo “galateo dello smartphone”, con 5 regole da seguire per salvaguardare la sicurezza propria e quella altrui.
1) La prima regola consiste nell’invito ad abbassare il volume di cuffie e auricolari collegati allo smartphone per ascoltare musica. Il volume dev’essere tale da consentire di ascoltare i rumori del traffico, così da poter avvertire i rumori del traffico e, dunque, gli eventuali pericoli.
2) La seconda regola impone di aguzzare la vista, mettere da parte lo smartphone mentre si cammina e guardare con attenzione i pedoni e i veicoli.
3) Bisogna rispettare sempre il codice della strada, dunque attraversare sulle strisce pedonali e rispettare la segnaletica verticale e orizzontale.
4) Occorre imporsi delle regole per muoversi attraverso la città in modo sicuro. Ad esempio, stabilire orari in cui si resta offline, oppure dedicare 10 minuti al giorno a una passeggiata nel parco con il telefono spento, per concentrarsi sull’ambiente circostante senza alcuna fonte di distrazione
5) Se proprio è inevitabile consultare lo smartphone, occorre avere il buonsenso di restare fermi in un posto nel quale non si reca disturbo né ai veicoli né agli altri pedoni.
di Giuseppe Iorio