Vita da Single, per molti è la condizione preferibile

Alcuni di voi avranno forse visto un film piuttosto complesso ed enigmatico intitolato “The Lobster”. La pellicola, diretta dal cineasta greco Yorgos Lanthimos e presentata in concorso al Festival di Cannes del 2015, descrive una società distopica in cui i single vengono non solo emarginati, ma considerati addirittura un pericolo per gli assetti sociali. Tanto che i non accoppiati sono condotti in un austero hotel allo scopo di trovare un partner entro un certo numero di settimane, pena la trasformazione in un animale.
L’autore del film ha dichiarato che l’idea per lo sviluppo del soggetto deriva dallo stigma sociale che accompagna coloro che non hanno una relazione, dal fatto che i single vengano spesso considerati addirittura come dei falliti.


Probabilmente, la visione del regista greco in merito ai pregiudizi che accompagnano i single è sin troppo drastica, ma è innegabile che molti tendano a considerare le persone che non sono sposate né fidanzate come anomale, insoddisfatte, tristi, in base al presupposto che la vita debba essere necessariamente interpretata come un percorso da compiere in coppia.
Eppure, esistono tantissime persone (le stime del Censis parlano di 7 milioni di single, nel nostro Paese) che si trovano maggiormente a loro agio senza un partner fisso, che non ritengono sia nella loro natura creare una famiglia, che vivono la propria scelta con grande serenità, sentendosi liberi dagli impegni e dalla responsabilità che la vita di coppia richiede.

La condizione dei single è stata oggetto di un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università della California di Santa Barbara, negli Stati Uniti. Questo studio, coordinato dalla dottoressa Bella DePaulo, è stato presentato nel corso del convegno annuale dell’American Psychological Association, svoltosi a Denver a inizio agosto.
La dottoressa DePaulo e suoi collaboratori hanno esaminato i dati provenienti da 814 studi precedenti, studi ai quali avevano partecipato delle persone single, in genere rappresentando il gruppo di controllo rispetto alle persone sposate o fidanzate.

L’analisi delle informazioni raccolte ha portato i ricercatori a concludere che quello del single che soffre di solitudine e frustrazione altro non è che uno stereotipo.
Difatti, le persone prive di un partner fisso tenderebbero a essere maggiormente aperte alle nuove esperienze, più inclini alle relazioni sociali e capaci di sperimentare un più consistente senso di autodeterminazione rispetto alle persone accoppiate.
A detta degli autori dello studio, i single vivrebbero rapporti più intensi con genitori, fratelli, sorelle, colleghi e amici, sarebbero in grado di valorizzare meglio il proprio lavoro e, infine, sembrerebbero provare meno emozioni negative.


Naturalmente, le conclusioni degli studiosi americani non autorizzano a concludere che tutti i single siano necessariamente lieti della propria condizione.
E’ ovvio che molti preferirebbero invece avere un compagno con cui condividere la propria quotidianità, e che questa impossibilità di concretizzare i propri desideri sia vissuta con sofferenza e disagio.
Le indicazioni che si possono trarre dalla ricerca riguardano invece gli errori di generalizzazione che, non di rado, vengono compiuti verso una data categoria di soggetti.

Non esiste un progetto di vita migliore di un altro”, sostiene la dottoressa DePaulo, “non conta ciò che fanno gli altri o cosa la gente pensa che dovremmo fare, la cosa importante è essere in grado di trovare luoghi, spazi e persone che si adattino a chi siamo veramente e che ci permettano di vivere al meglio la nostra vita”.

di Giuseppe Iorio



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