Da oggi in poi, bisognerà tener conto di un nuovo valore limite per il colesterolo Ldl, quello comunemente definito “cattivo”. Se, fin qui, il livello di colesterolo Ldl ottimale per prevenire il rischio di malattie cardiovascolari era indicato in valori inferiori ai 130 mg/dl, adesso la soglia viene abbassata a un range compreso tra i 70 e i 100 mg/dl. Valori superiori a questo limite sono da ritenersi pericolosi per la salute del cuore. In particolare, i pazienti ad alto rischio devono tendere verso il valore più basso del range, quindi verso i 70mg/dl, o anche meno.
Lo stabiliscono le nuove linee guida della Società Europea di Cardiologia (SEC), presentate nel corso del congresso annuale dei cardiologi europei svoltosi di recente a Roma. Secondo il professor Francesco Romeo, direttore del reparto di cardiologia del Policlinico di Tor Vergata, il trattamento delle patologie cardiovascolari ha rappresentato l’elemento principale alla base dell’aumento dell’aspettativa di vita registrato negli ultimi anni. Ciononostante, l’incidenza delle malattie cardiovascolari non è diminuita. Pertanto, è necessario intervenire sui principali fattori di rischio, che sono proprio il livello di colesterolo nel sangue, il fumo, il diabete, l’ipertensione e l’obesità.
Un importante strumento di prevenzione
I cardiologi della SEC sostengono che il limite precedente risulta “inaccettabile alla luce delle attuali conoscenze”. Non sono mancate le obiezioni rispetto alle nuove linee guida sopra descritte. In particolare, è stato prospettata l’eventualità che le nuove indicazioni possano aprire la strada a “una forma di medicalizzazione ingiustificata”, con conseguente aumento della spesa sanitaria.
Ma il professor Romeo e i suoi colleghi affermano che non si arriverà certo a scenari simili a quelli statunitensi, dove le statine vengono prescritte con troppa sufficienza, e ribadiscono che la riduzione dei valori di riferimento per il colesterolo Ldl consentirà di ridurre l’incidenza della malattia coronarica, e che rappresenterà un rilevante strumento di prevenzione.
Dieta e attività fisica per ridurre i livelli di colesterolo
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte presso la popolazione europea. In base a stime recenti, la mortalità dovuta a patologie cardiovascolari costituisce circa la metà della mortalità totale registrata nel nostro continente, provocando il decesso di oltre 4 milioni di persone ogni anno.
Per ridurre i valori di colesterolo cattivo, i due fattori chiave sui quali intervenire sono rappresentati dalla dieta e dall’esercizio fisico.
Le raccomandazioni dietetiche consistono nel moderare il consumo di grassi animali, quindi carni grasse, burro, formaggi, nel ridurre il consumo di grassi vegetali idrogenati (dolci, biscotti, merendine) e nel preferire l’olio di oliva all’olio di palma, a quello di cocco e a quello di palmisto.
Quanto all’esercizio fisico regolare, l’attività più indicata per godere di un buono stato di salute è quella di tipo aerobico, che aumenta la richiesta di ossigeno da parte del corpo e incrementa il lavoro di polmoni e cuore, migliorando la circolazione.
Da questo punto di vista, la corsa, la bici, il nuoto ma anche il cammino rappresentano delle scelte ideali, da praticare almeno tre volte a settimana.
Se una corretta alimentazione e una costante attività fisica non sono sufficienti a risolvere il problema, bisogna far ricorso a medicinali capaci di abbassare i valori del colesterolo.
Sul piano farmacologico, oltre alla tradizionale somministrazione delle statine, vi sono farmaci di nuova generazione come gli anticorpi monoclonali anti PcsK9, dotati di grandi potenzialità nella normalizzazione dei livelli di colesterolo, ma piuttosto costosi, tanto che attualmente vengono erogati soltanto a pazienti affetti da ipercolesterolemia familiare.
di Giuseppe Iorio