Un nuovo farmaco contro la perdita della memoria dovuta all’Alzheimer

Nuove speranze per chi soffre del morbo di Alzheimer giungono dall’Inghilterra, per la precisione dall’Università di Manchester, dove un gruppo di ricercatori ha sperimentato con successo l’uso di un farmaco che promette di essere utile a ripristinare la funzionalità della memoria.
Lo studio è stato coordinato dal dottor David Brough ed è stato pubblicato sulle pagine della rivista “Nature Communications”.

Il farmaco in questione è l’acido mefenamico, un principio attivo che appartiene alla famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti “FANS”) e che viene usato come analgesico in caso di dolore acuto o cronico di entità lieve.


Gli esperimenti sono stati realizzati su modello animale. Gli scienziati inglesi hanno somministrato questa sostanza a un gruppo di 10 topi che manifestavano i primi sintomi della malattia di Alzheimer. Altri 10 roditori hanno invece fatto parte del gruppo di controllo, e hanno dunque assunto un placebo.
La somministrazione del farmaco è durata 30 giorni, trascorsi i quali si sono potuti osservare significativi miglioramenti nei topi che avevano assunto l’acido mefenamico. Questi ultimi, infatti, hanno mostrato una riduzione dell’infiammazione a livello cerebrale, accompagnata da un sensibile miglioramento della memoria, che è tornata a uno stato di efficienza paragonabile a quella degli animali sani. Nel gruppo di controllo, invece, non è stato osservato alcuna particolare conseguenza positiva.

I ricercatori spiegano gli effetti benefici dell’acido mefenamico sulla memoria facendo riferimento alla capacità della sostanza di contrastare un meccanismo infiammatorio noto come “inflammasoma Nlrp3”, che procura danni alle cellule cerebrali.


“Fino a oggi” spiega il dottor Brough, “nessun farmaco disponibile era stato in grado d’influenzare l’inflammasoma Nlrp3, per cui siamo molto entusiasti per i risultati che abbiamo ottenuto. Tuttavia, resta ancora molto lavoro da fare prima di poter affermare con sicurezza che il farmaco potrà combattere efficacamente la malattia negli esseri umani come avvenuto nel caso dei topi”.

Il farmaco è già disponibile in commercio, ma gli autori dello studio sottolineano che l’assunzione per i pazienti affetti da Alzheimer è sconsigliata, in quanto solo ulteriori test condotti su esseri umani potranno fornire conferma dei benefici sulla memoria garantiti dall’assunzione di acido mefenamico e mettere in evidenza gli effetti a lungo termine derivanti dalla somministrazione del medicinale.

di Giuseppe Iorio



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