Computer e Smartphone, effetti collaterali sulla vista

Uno degli effetti collaterali della rivoluzione digitale più semplici da verificare e quantificare è costituito dal significativo aumento dei casi di miopia in tutti i Paesi più tecnologicamente avanzati. Si pensi che, negli anni ‘30, la miopia interessava appena il 10% dei cittadini europei, negli anni ’70 la percentuale era salita al 20% e, attualmente, è giunta al 35% della popolazione europea.
Dunque, più di europeo su tre ha problemi di miopia, e non c’è dubbio che questo dato possa essere spiegato solo prendendo in considerazione il nostro rapporto con gli schermi dei pc, degli smartphone e dei tablet che utilizziamo ogni giorno, in qualsiasi momento della giornata (spesso anche di notte).


La luce blu è un pericolo per gli occhi

Pur essendo un difetto trasmesso a livello genetico, l’insorgenza della miopia dipende anche da fattori ambientali. Non c’è dubbio che i luoghi nei quali viviamo e lavoriamo incidano in modo rilevante sullo sviluppo di questo difetto della vista.
Il fattore più indicativo in tal senso è rappresentato dalla luce blu emessa dagli schermi dei nostri apparecchi digitali. La luce blu è caratterizzata da una frequenza molto elevata e colpisce la retina con una certa energia. Così, quando si resta esposti a questo tipo di luce per molte ore, gli occhi diventano affaticati e irritati, con conseguente offuscamento della vista. A lungo termine, questi problemi possono danneggiare la vista, generando, appunto, l’insorgenza della miopia.

Oltre al tempo di esposizione alla luce blu, un altro aspetto saliente di cui tener conto per quanto concerne il rischio di sviluppare la miopia è costituito dalla distanza tra occhi e schermo. Gli smartphone e i tablet ci costringono ad avvicinare la testa agli schermi, con conseguenti sforzi di accomodazione per mettere a fuoco da vicino parole e immagini.
I prolungati sforzi da parte del nostro apparato visivo per poter vedere bene da una breve distanza, col passare del tempo, determinano la comparsa o l’aggravarsi della miopia, soprattutto in giovani e giovanissimi, che sono maggiormente esposti a questo rischio.

Consigli per ridurre il rischio di danni

In che modo possiamo cercare di porre argine ai problemi di vista cui, inevitabilmente, siamo esposti per compiere le nostre attività quotidiane a contatto con i dispositivi tecnologici?

Com’è semplice da intuire, la prima regola per evitare di affaticare la vista consiste nel non trascorrere troppe tempo davanti a uno schermo, quindi è bene diminuire il numero di ore quotidiane a contatto con pc, smartphone e tablet.

In secondo luogo, è opportuno tenere la testa a una giusta distanza rispetto agli schermi di computer e smartphone. Per quanto concerne il monitor di un computer, la distanza minima tra lo schermo e gli occhi è di 50-70 centimetri, distanza minima che può essere indicata in 35 centimetri per quanto riguarda gli smartphone. Per la tv, invece, la distanza ottimale è non inferiore ai due metri.


Altro aspetto da tener presente è la tendenza a sbattere le palpebre meno del solito quando si è al computer o si usa lo smartphone. Ragion per cui, è opportuno ricordarsi di inumidire gli occhi sbattendo le palpebre di frequente.

Esiste poi una regola che molti esperti ritengono indispensabile per evitare di affaticare troppo la vista quando si è al pc. Questo accorgimento, chiamato “regola del “20/20/20”, consiste in ciò: ogni 20 minuti, occorre staccare gli occhi dallo schermo e osservare un punto collocato a 20 metri di distanza, guardandolo per 20 secondi.

Infine, un suggerimento a beneficio della vista dei bambini: fare in modo da incrementare il tempo che questi ultimi passano all’aperto. Come dimostrato da alcuni studi, se i bambini trascorrono più tempo all’aria aperta, sono meno esposti al rischio di miopia. La ragione di questo fenomeno sta nella maggior produzione di dopamina da parte della retina quando viene esposta alla luce naturale. Questa sostanza, infatti, impedisce una crescita eccessiva dell’occhio, condizione che favorisce lo sviluppo della miopia.

di Giuseppe Iorio



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