Per mantenere il cuore in buona salute, come noto, occorre adottare uno stile di vita sano, caratterizzato da attività fisica regolare, dieta corretta, niente fumo. Ma c’è un altro fattore che pare in grado di incidere in modo significativo sul rischio cardiovascolare: il pessimismo.
Nello specifico, facciamo riferimento ai risultati di uno studio realizzato da un team di ricercatori dell’Ospedale di Päijät-Häme, in Finlandia, e pubblicato sulle pagine della rivista scientifica “BMC Public Health”. Stando alle conclusioni cui sono giunti gli studiosi finlandesi, le persone pessimiste sembrano essere maggiormente esposte al pericolo di andare incontro a una malattia coronarica rispetto a quelle che guardano il mondo utilizzando, per così dire, lenti più luminose e colorate.
Gli autori dello studio hanno monitorato per 11 anni le condizioni di salute e lo stile di vita di 2.267 soggetti, di entrambi i sessi e con età compresa tra i 52 e i 76 anni. Oltre allo stato di salute dei soggetti, al regime dietetico seguito e all’eventuale abitudine di fumare, i ricercatori hanno anche verificato se l’attitudine psicologica di ciascun soggetto fosse definibile come ottimista o pessimista, e in che misura.
Per valutare questo aspetto, i partecipanti hanno dovuto compilare dei questionari contenenti diverse frasi in relazione alle quali potevano dichiararsi più o meno concordi, assegnando a ciascuna affermazione un punteggio compreso tra lo 0 e il 4.
Nel corso degli 11 anni di follow up, 122 persone sono decedute a causa di una malattia coronarica. Ebbene, tenendo conto dei vari fattori di rischio, gli studiosi hanno osservato come i soggetti che avevano ottenuto i punteggi più alti in merito alla propria attitudine al pessimismo corressero un rischio di essere colpiti da una malattia coronarica 2,2 volte superiore rispetto a quello corso dalle persone che avevano fatto registrare un punto di vista sulla propria esistenza e sul proprio futuro meno incline al pessimismo.
“Elevati livelli di pessimismo”, afferma il dottor Mikko Pänkäläinen, autore principale dello studio, “sono stati in precedenza legati a fattori che influenzano la salute cardiovascolare, come ad esempio le infiammazioni, ma i dati riguardanti la connessione tra il rischio di malattia coronarica e l’ottimismo e il pessimismo come tratti di personalità erano relativamente scarsi”.
Naturalmente, questo studio non dimostra l’esistenza di un rapporto di causa-effetto tra tendenza al pessimismo e stato di salute del cuore. Ma, dal momento che il livello di pessimismo di un paziente è molto semplice da verificare, secondo Pänkäläinen e colleghi sarebbe il caso di considerare questo aspetto tra i fattori di rischio noti per lo sviluppo di una malattia coronarica, proprio come avviene per l’ipertensione, il diabete e il fumo.
di Giuseppe Iorio